PAOLO MORELLI
Cronaca

La burocrazia spegne i pannelli. Così il Campus è rimasto al buio

Per una questione di pagamenti non è stato messo in funzione il fotovoltaico

La burocrazia spegne i pannelli. Così il Campus è rimasto al buio

La burocrazia spegne i pannelli. Così il Campus è rimasto al buio

C’è una storia di ordinaria burocrazia dietro al mancato collegamento alla rete elettrica dell’impianto fotovoltaico realizzato cinque anni fa sul tetto dell’edificio realizzato all’ex Zuccherificio che ospita il Campus di Cesena dell’Università di Bologna. La questione che impedisce all’Università di allacciare l’impianto alla rete elettrica è così banale da sembrare incredibile. Nel 2018 (l’edificio fu inaugurato in pompa magna il 18 ottobre dall’allora rettore Francesco Ubertini insieme all’ex sindaco Paolo Lucchi e al presidente della Regione Stefano Bonaccini) l’impianto fotovoltaico era già stato installato sul tetto. Un impianto di notevoli dimensioni, dalla capacità produttiva di circa trenta kilowatt per un costo che può aggirarsi sui 60-80 mila euro. Per agganciarlo alla rete e metterlo in funzione la segreteria tecnica dell’Universita chiede un preventivo all’Enel (oggi E-distribuzione) che lo fornisce con validità trenta giorni. Non si tratta di una gran cifra, qualche centinaio di euro (o forse poche migliaia), ma è richiesto il pagamento anticipato. L’Università dice che pagherà solo dietro presentazione di regolare fattura, e intanto il mese passa e il preventivo perde valore. Ci sono contatti, tentativi di accordo, nuovi preventivi ma la situazione non si sblocca, le parti sono irremovibili e intanto passano i mesi e gli anni e l’impianto è ancora lì, inutilizzato. In questo periodo avrebbe potuto produrre circa 180.000 kilowatt di energia elettrica, con un risparmio per l’Università di circa 25-30.000 euro sulla bolletta energetica. Per non parlare dei benefici ambientali che avrebbero potuto derivare dalla mancata emissione di gas che provocano l’effetto serra. Questi dati sono indicativi, desunti da quelli relativi a situazioni analoghe, poiché nel recentissimo Piano Energetico dell’Università di Bologna che prevede investimenti per 60 milioni di euro tutti i dati vengono presentati in modo aggregato e quindi non c’è possibilità di fare riscontri.

Qualcosa di simile nell’ambito dell’insediamento universitario cesenate era già avvenuto al Tecnopolo (foto) realizzato accanto a Villa Almerici, sede della facoltà di Agraria: anche lì fu installato un impianto fotovoltaico con i pannelli adagiati sul tetto, e per anni ci fu un lunghissimo tira e molla tra preventivi, richieste di pagamento anticipati e di emissione di fattura prima del saldo, poi la questione fu risolta perché la natura giuridica dei Ciri (Centri di ricerca interdipartimentali di ricerca industriale) è parzialmente slegata dall’Università. A questo punto non resta che sperare che il buon senso prevalga sulla burocrazia e finalmente l’impianto del Campus possa iniziare presto a produrre energia elettrica pulita sfruttando i raggi del sole.