"La chiamata mi lusinga Verrò con il mio libro"

Paolo Nori: "Conosco Cesena. Questa vicenda? Ridicola. La cultura deve restare . terreno di scambio"

Migration

di Elide Giordani

A Cesena a parlare di Dostoevskij di letteratura russa e dopo il niet dell’Università la Bicocca di Milano? Il professore, scrittore, traduttore parmense Paolo Nori al centro della vicenda che ha suscitato un coro sdegnato di condanne verso l’ateneo milanese, a cui non è valso l’immediato ripensamento con tanto di invito a tornare, non si butta via. Il politicamente corretto, proprio in questi giorni, aveva mal consigliato la Bicocca: prima di cassare le quattro conferenze su Dostoevskij e poi a riparare invitando il professore a presentare contestualmente anche un autore ucraino. Un derby tra Paesi russofoni, insomma. Come se il conflitto attuale dovesse per forza replicare l’attuale tragico scontro anche nella letteratura.

E questa volta il no glie lo ha detto Nori: "Censura ridicola, non vengo".

Il sindaco Lattuca non ha atteso molto prima di chiamarlo: "Venga da noi, l’aspettiamo a braccia aperte"

Professor Nori, accoglierà l’invito del sindaco di Cesena?

"Devo ammettere che mi ha fatto molto piacere. Ma mi hanno cercato in tanti, se dovessi accettare tutti gli inviti che ho ricevuto ne avrei da qui fino alla fine dell’anno senza riuscire a fare altro".

Verrà almeno a presentare il suo libro ‘Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij’ come le ha chiesto il sindaco Lattuca?

"Questo è possibile, del resto il tema è lo stesso delle conferenze, ma vorrei che si coinvolgesse anche la Mondadori che ha editato il volume, che si presta ad organizzare gli appuntamenti e mi aiuta a programmare questi giorni trafficati. Decideremo nei prossimi giorni".

Sa che a Cesena c’è una biblioteca millenaria che la ospiterebbe con grande piacere?

"Sì, la conosco e conosco anche Cesena, che mi piace molto. Sono stato al teatro Bonci qualche tempo fa e tornerei volentieri ma è presto per decidere".

Come sta vivendo le ripercussioni della vicenda con la Bicocca?

"È stata una cosa poco simpatica che però ha preso una piega interessante. Mi ha dato la possibilità di sottolineare, in vari contesti, che essere russo non è una colpa. Mi hanno chiamato anche diversi russi. Ho avuto uno scambio con un bravissimo giovane fotografo, Aleksandr Gronskij, per dirgli che mi sembra insensato che il festival della Fotografia Europea abbia annullato l’invito che gli era stato precedentemente rivolto per partecipare all’edizione di quest’anno. Oggi mi ha risposto dicendo che spera che ci siano ancora persone disposte a mantenere legami con la cultura russa e con i russi e che non riesce a dispiacersi per l’annullamento dell’invito poiché il suo dispiacere è tutto per il popolo ucraino". Qual è stata la motivazione dell’esclusione?

"Che è russo… Gli ho scritto anche per chiedergli scusa poiché questo annullamento, come quello che ha colpito le conferenze su Dostoevskji, è insensato. La cultura deve restare libero terreno di scambio e arricchimento".