"Chiudono i negozi di abbigliamento e occorre intervenire con una terapia d’urto". L’allarme è di Confcommercio cesenate. Secondo i dati di Federazione Moda Italia-Confcommercio, a seguito del monitoraggio effettuato sulle imprese associate, fra cui cesenati e forlivesi, le vendite di prodotti di moda (abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile casa e articoli sportivi) hanno registrato un calo medio del 4,6% nel primo semestre 2024 e neppure i saldi estivi sono riusciti a invertire il trend dei consumi con una perdita media in valore dell’8,1% . Il 60% delle imprese che hanno risposto al questionario ha riportato vendite in calo, mentre il restante 40% ha registrato una crescita (15%) o una stabilità (25%).
Preoccupa l’associazione il fatto che nel solo 2023 siano spariti dalle nostre strade 5.080 negozi di moda, che hanno lasciato quasi diecimila addetti in cerca di nuova occupazione. "Come Federazione Moda Italia-Confcommercio sta lavorando su più fronti, sia a livello nazionale che territoriale, per ridare fiducia alle imprese e per diffondere il valore economico e sociale dei nostri negozi di prossimità – sottolinea il presidente Confcommercio Augusto Patrignani –. Servono risposte urgenti e concrete con interventi mirati ed innovativi per arrestare quest’emorragia commerciale. Sono soluzioni che potrebbero essere determinanti per tutta la filiera perché, se chiudono i negozi di prossimità, potrebbero essere inevitabilmente coinvolti anche altri soggetti imprenditoriali dalla produzione della materia prima al confezionamento fino agli agenti e rappresentanti". È fondamentale che il Governo intervenga per sostenere la riqualificazione urbana attraverso il miglior utilizzo dei fondi del Pnrr. Per quanto riguarda il settore moda, occorre una tutela dei negozi fisici dai colossi del web.