MADDALENA DE FRANCHIS
Cronaca

La crisi del distretto calzaturiero. Soffrono artigiani e grandi marchi: "Agire subito o sarà un disastro"

Allarme dei sindacati di categoria che chiedono misure di sostegno immediate e straordinarie. Contrazione drammatica del mercato del lusso. Baldinini dichiara un esubero di 27 dipendenti, Sergio Rossi in vendita.

. Una fase della lavorazione di un modello di alta mod distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli

. Una fase della lavorazione di un modello di alta mod distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli

Il cielo è nero sopra San Mauro Pascoli: il distretto calzaturiero, fiore all’occhiello del ‘made in Italy’ e filiera strategica per l’economia romagnola, sta attraversando una delle fasi probabilmente più difficili della sua storia. La crisi va avanti, ormai, da oltre un anno e mezzo, in linea con la flessione globale del sistema della moda e del lusso. E a soffrire sono proprio tutti, dalle griffe alle tante aziende dell’indotto, dai calzaturifici agli artigiani produttori di parti: è di pochi giorni fa la notizia che il ‘big’ Baldinini ha dichiarato un esubero di circa 27 dipendenti, concentrati nel reparto produttivo. Nello stabilimento di San Mauro, Baldinini produceva il suo modello di punta, la scarpa elegante femminile, mentre le linee sportive e casual erano già da tempo realizzate altrove. In una nota diramata ieri, le sigle sindacali del comparto - Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil – hanno fatto sapere di essersi attivate già dall’autunno del 2023, al primo sentore della crisi, per "trovare strumenti idonei a governare le criticità derivanti dal calo generalizzato della domanda di prodotti di lusso". Da mesi, inoltre, i rappresentanti sindacali chiedono al governo di "intervenire per introdurre strumenti straordinari aggiuntivi a difesa del settore", poiché quelli attualmente disponibili (cassa integrazione e contratti di solidarietà) non possono essere utilizzati all’infinito e restano comunque insufficienti per poter superare una congiuntura così complessa. "Senza interventi urgenti e straordinari resistere sarà sempre più difficile – si legge infine nella nota -: a oggi, tutti gli indicatori economici prevedono che il 2025 non sarà un anno di ripresa, bensì di conferma delle difficoltà attuali. Occorrono atti concreti se vogliamo salvare il distretto. Resta necessario agire rapidamente, per non dover assistere a una ricaduta sociale di forte impatto, che lascerà sul territorio un segno indelebile". Intanto, fonti di settore fanno sapere che un altro dei ‘big’ sammauresi, il brand Sergio Rossi, sarebbe di nuovo in vendita. Acquisito nel 2021 dal gruppo cinese Fosun Fashion group (poi ribattezzato Lanvin group), il marchio sammaurese aveva tentato il rilancio con la nomina, a luglio, del nuovo direttore creativo Paul Andrew. Tre settimane fa un’altra tegola: il gruppo proprietario Lanvin ha archiviato l’esercizio 2024 con un calo degli utili pari a -37%. La già debole performance sarebbe stata ulteriormente peggiorata, secondo gli esperti, dal crollo della maison Sergio Rossi, che ha registrato ricavi a -30% e un margine di profitto lordo diminuito dal 51% al 43%. Sebbene il presidente Zhen Huang abbia più volte dichiarato di voler investire sulla crescita futura del gruppo Lanvin, con il rafforzamento dei brand di proprietà, c’è chi assicura che tutti i marchi in portafoglio – tra cui Sergio Rossi – sarebbero già sul mercato. Non sarebbe pervenuta, al momento, alcuna offerta di acquisto.

Maddalena De Franchis