LUCA RAVAGLIA
Cronaca

La famiglia Donati protagonista della campagna abbonamenti del Cesena

La famiglia Donati racconta la passione per il Cesena, tramandata da generazioni, nello spot della campagna abbonamenti

Un’immagine tratta dallo spot che presenta la nuova campagna abbonamenti

Un’immagine tratta dallo spot che presenta la nuova campagna abbonamenti

Cesena, 13 giugno 2025 – "Non siamo attori, siamo tifosi. Tifosi da quattro generazioni. E così quando il portico di casa nostra a San Cristoforo si è riempito di telecamere e macchine fotografiche, non abbiamo pensato a recitare, ma a essere noi stessi. Perché è davvero così che funziona a casa nostra: la mamma tira la sfoglia, quando è caldo si mangia tutti insieme all’aperto e poi si va allo stadio. Sempre, da decenni". Sorride Katiuscia Donati, protagonista dello spot per la campagna abbonamenti del Cesena insieme alla mamma Gabriella e al figlio Roberto.

"Ho 50 anni compiuti - racconta - e da quando ne avevo 4, vado allo stadio. Ho iniziato che ero un bimba, con la mamma e il babbo, che ha acceso la passione. Da due anni non è più con noi e quando la troupe gli ha tributato un applauso, mi sono commossa. Sarebbe stato davvero orgoglioso. In effetti credo che lo sia stato e che quella giornata se la sia goduta tutta anche lui, dall’Alto, col sorriso".

Niente di romanzato, dunque, perché le storie vere sono le più belle. "Io e mia sorella Patrizia abbiamo fatto la nostra parte per tramandare la tradizione. Ho coinvolto anche mio marito Tonino e ovviamente i nostri figli, Roberto e Gloria. Ma non finisce qui, perché Roberto ad aprile è diventato papà di Matilde, che di certo tra pochissimo andrà pure lei allo stadio".

Decenni di emozioni condensate in valigie di ricordi: "Partiamo dalla prima promozione in A nel 1973. Da allora ci siamo sempre stati, andando avanti e indietro da una categoria all’altra, con lo stesso entusiasmo. I gol di Hubner, la maglia portafortuna, le feste in piazza. Entrai allo stadio la prima volta tenendo la mano di mio babbo, ho tenuto quella di mio figlio la prima volta in cui è andato lui e ora lui accompagna me. E’ un cerchio che si chiude? No, è la storia di una famiglia di tifosi".

Una storia che meritava uno spot. Senza attori professionisti. Perché se a questo mondo togli l’accento e soprattutto lo spirito della Romagna, togli l’anima. E non è più la stessa cosa.