La festa dimenticata

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C’era una festa, oramai dimenticata, per i giovani del mondo rurale di un tempo. Passata la Pasqua e "Pasquetta", rimaneva una riserva preziosa: la festa di S. Giovanni in Compito (Savignano sul Rubicone) del martedì dopo il lunedì di Pasqua. Un rito questo, che si è fermato nel dopoguerra; vi si recavano dai paesi vicini a piedi e i più benestanti in bicicletta. Una folla di giovani si ammassava sul piazzale della chiesa – ricordava Enrico Delio Turci (1925- 2020) – e, soprattutto, si allargava sui prati circostanti dove comodamente poteva consumare una discreta merenda e progettare la futura famiglia. Era infatti quella una festa dedicata proprio ai fidanzati che potevano liberamente sfuggire al controllo della famiglia e scambiarsi effusioni in mezzo alla campagna nel rifiorire della primavera. C’era anche il ballo – anche se la chiesa non vedeva di buon occhio la frequentazione della sale da ballo – che attirava la gioventù come del resto è sempre avvenuto in ogni tempo. Il buon pievano di San Giovanni in Compito, con messe e processione dava alla festa il doveroso tono sacro, in attesa che questi fidanzati benedicessero le loro nozze. Il fascino di quel giorno si accompagnava a quelle radici soprattutto religiose perché in quella antichissima Pieve si somministravano i sacramenti durante i secoli più remoti quando le altre chiese ancora non esistevano, oppure non avevano l’autorità canonica. S. Giovanni in Compito ha infatti una storia pre-cristiana ricchissima che va dagli Etruschi, ai Galli, ai Romani. Ora il silenzio copre millenni di storia e di quella gioventù che un tempo rinverdiva a primavera, al suono della campane, ideando il suo futuro, rimane un ricordo lontano e forse dimenticato dai giovani di oggi, i cui nonni e bisnonni attendevano invece con trepidazione, anche per loro, quel martedì dopo Pasqua in quella ritrovata festa secolare della gioventù.

Edoardo Turci