La fisarmonica di Peirani suona il rock

L’eclettico musicista jazz francese stasera al Bonci con un spettacolo di brani propri e cover anni 70

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di Filippo Aletti

Raffinatezza, audacia e sperimentazione saranno protagoniste stasera alle 21 al teatro Bonci del concerto jazz del fisarmonicista e polistrumentista francese Vincent Peirani. Il musicista, considerato dalla critica come uno dei fisarmonicisti contemporanei migliori al mondo, porterà in scena lo spettacolo ‘Living being’, incentrato sull’omonima coppia di dischi dell’artista. Peirani è l’unico fisarmonicista assieme a Richard Galliano ad aver vinto il premio ‘Django Reinhardt’ come miglior musicista jazz francese. Peirani, è contento di tornare in Italia?

"Moltissimo, anche perché mia madre, pur venendo dalla Corsica, è per metà italiana, mentre mio padre è originario di Cuneo. Perciò è un po’ come se tornassi a casa. Sono molto felice e spero ci sia tanta gente al concerto".

Che tipo di spettacolo sarà?

"Con il mio quintetto porterò in scena i miei due dischi della saga ‘Living being’. Ci sarà spazio sia per le nostre composizioni che per alcune cover. Tra gli artisti omaggiati ci sono Sonny Bono e i Led Zeppelin".

Dunque la musica rock è parte dei suoi ascolti?

"Certamente, adoro gli anni ’70 e vorrei averli vissuti in prima persona. Le atmosfere di quegli anni sono impareggiabili. Ovviamente la classica e il jazz sono i miei generi cardine, ma ci tengo a definire il mio gruppo un’orchestra rock da camera".

Come descriverebbe invece il suo ultimo disco ‘Abrazo’?

"In quest’album ho compiuto un percorso di ricerca e sperimentazione attorno al tango. Siamo partiti dalle atmosfere del Sudamerica e abbiamo aggiunto un tocco della nostra personalità. E pensare che da ragazzo non mi piaceva nemmeno".

Perché?

"Se si suona la fisarmonica è il genere con cui si è obbligati a confrontarsi. Anche se non ti piace, lo devi conoscere. Ho cominciato ad apprezzarlo solo quando ho capito che potevo donare al tango qualcosa di diverso, che fosse mio e di nessun altro".

Insieme a Galliano, lei è l’unico fisarmonicista ad aver vinto il prestigioso premio Reinhardt. Come la fa sentire?

"È qualcosa di cui vado molto fiero, che mi spinge a continuare e a non smettere di studiare e migliorarmi. Ogni premio è un riconoscimento per il lavoro fatto, ma è importante non sedersi sugli allori".

Qual è la condizione del jazz in Francia?

"Ovviamente non è il genere più popolare, ma negli ultimi anni ci sono sempre più musicisti e locali pronti ad ospitarli. In più dopo la ripresa dei concerti anche il pubblico meno esperto ha cominciato a seguire di più la scena jazz".

Sta già lavorando a nuovo materiale?

"Ho appena finito di registrare un nuovo disco che uscirà all’inizio del prossimo anno. Non posso dire molto, ma ci sarà il grande chitarrista italiano Federico Casagrande".