La generazione di fotografi si mette in mostra

Saranno 271 gli scatti dei fratelli Zangheri in esposizione alla Festa dell’Unità da giovedì: immagini che svelano una Cesena ’segreta’

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Un vivido spaccato della vita cesenate dagli anni ’50 agli anni ’70 attraverso una carrellata di oltre 270 fotografie. Prende il via giovedì la mostra fotografica "Fratelli Zangheri: una generazione di fotografi. Immagini di una Cesena sorprendente e segreta", organizzata dalla Fondazione Radici della Sinistra e dall’Archivio fotografico Zangheri. "Grazie alla generosa disponibilità di Gian Luca Zangheri presentiamo una vasta documentazione dell’arte e della perizia fotografica di Pio, Gino e Giampiero Zangheri e familiari, fra i massimi fotografi della Cesena del secondo Novecento - illustrano i promotori della mostra Orio Teodorani e Elide Urbini - grazie alla loro opera possiamo rivivere quella che fu la Cesena degli anni ’50’70". Una raccolta di immagini selezionate da un patrimonio inestimabile di ben 360mila fotografie realizzate dalla dinastia di fotografi cesenati lungo oltre quarant’anni di storia, cultura e costume. Lo studio ‘Fratelli Zangheri’ fu infatti fondato nel 1951 dai fratelli Pio e Gino, operativi tra Cesena e Milano Marittima, poi affiancati dai rispettivi figli. Tra questi, Giampiero Zangheri che rilevò l’incarico di fotografo ufficiale del ’Cesena Calcio’ e ritrasse instancabilmente la città malatestiana, ampliando notevolmente l’archivio di famiglia che sopravvisse allo studio fotografico chiuso a fine anni ’90.

A prendere le redini dell’attività c’è oggi Gian Luca, figlio di Giampiero, che si sta adoperando per far ritornare alla luce l’archivio e la storia familiare attraverso un testo che uscirà a novembre all’interno della collana ’Le vite dei cesenati’. "Il valore affettivo, documentario e storico dell’archivio è notevole - spiega Gian Luca Zangheri - quando ho visto i negativi che iniziavano e deteriorarsi ho deciso di pulirli, scansionarli e registrarli con tutte le informazioni perché ogni fotografia ha una storia da raccontare". L’esposizione sarà visitabile fino al 24 luglio dalle 19.30 alle 23.30 in occasione della Festa Democratica dell’Unità al parco giochi Frutipapalina a Sant’Egidio. Tante le prospettive inedite mostrate dalle foto: dal Duomo un tempo attiguo a un palazzo storico e a un chiostro, quando non esisteva ancora piazza della Libertài, al Palazzo Oir, direttamente collegato al complesso del Roverella. Non mancano poi le immagini che portano con sé vari aneddoti: i pompieri, che in passato avevano la sede all’interno del Chiostro di S. Francesco, impegnati a lavare la fontana Masini, il bagno di un bambino in una mastella di zinco o il funerale del signor Casali davanti all’omonimo ristorante nei pressi della stazione. Un patrimonio cittadino di enorme valore che potrebbe diventare permanente e avere un futuro itinerante in città.

Cristina Gennari