PAOLO MORELLI
Cronaca

La guerra degli Amadori. Il giudice accoglie le richieste delle sorelle

La battaglia legale si svolge davanti al Tribunale delle imprese di Bologna. Ammesse testimonianze e ordinata l’esibizione di documenti.

La guerra degli Amadori. Il giudice accogliele richieste delle sorelle

La guerra degli Amadori. Il giudice accogliele richieste delle sorelle

Il giudice del Tribunale delle imprese di Bologna ha sciolto la riserva sulle richieste istruttorie presentate giovedì scorso dai legali delle sorelle Amadori (Patrizia e Loretta) nella causa contro i loro fratelli Flavio e Denis. In sostanza sono state accolte tutte le richieste presentate dall’avvocato Roberto Nevoni per conto di Patrizia e Loretta Amadori: sono state ammesse le prove testimoniali richieste ed è stato disposto che le società Francesco spa (presieduta da Denis) e Finama Holding srl (presieduta da Flavio) esibiscano una serie di documenti che i due fratelli volevano mantenere segreti. Il giudice, inoltre, non ha nominato un consulente tecnico d’ufficio, ritenendo che le relazioni dei consulenti delle due parti siano sufficienti per arrivare alla conclusione.

Gli avvocati di Flavio e Denis Amadori non avevano presentato richieste istruttorie, ma avevano chiesto al giudice di non accogliere le richieste delle sorelle fissando direttamente l’udienza per le conclusioni. La prossima udienza si terrà a metà dicembre.

In questa causa che molti chiamano ‘la Dynasty dei polli’, anche perché arriva dopo il licenziamento con grande clamore mediatico di Francesca Amadori, nipote del fondatore Francesco e figlia del presidente Flavio, è in ballo il controllo di un’azienda di grandi dimensioni, con sede a San Vittore di Cesena e insediamenti in diverse zone d’Italia, il più importante dei quali a Mosciano Sant’Angelo, in provincia di Teramo.

Francesco Amadori, 91 anni, prima di lasciare il controllo dell’azienda aveva cercato di fare in modo che i quattro figli, due maschi e due femmine, andassero d’accordo: ha suddiviso il pacchetto azionario della Francesco spa, la holding che controlla tutto il gruppo, in quattro quote, il 27% a testa a Flavio e Denis, entrambi impegnati al vertice dell’azienda, e il 23% a testa a Patrizia e Loretta, fuori dalla gestione aziendale. L’intenzione del capostipite era di fare in modo che nessuno avesse la maggioranza assoluta, ma nel gennaio dell’anno scorso Flavio e Denis hanno conferito le loro quote a una nuova società, la Fda (iniziali di Flavio e Denis Amadori) cercando di riunire in questa società il controllo di tutto il gruppo. Secondo voci insistenti che circolano da tempo (ma vengono regolarmente smentite dai vertici aziendali) questa mossa era propedeutica alla vendita dell’Amadori, per cui le due sorelle Loretta e Patrizia, sentendosi tagliate fuori dalle decisioni sul futuro dell’azienda di famiglia, sono passate all’attacco, bloccando di fatto ogni progetto di cessione, se mai c’è stato.

Dire oggi come andrà a finire la causa civile e come andrà a finire l’azienda (che continua a crescere, lo scorso anno ha fatto un notevole balzo in avanti arrivando a 1,7 miliardi di fatturato con 57 milioni di utile netto) è impossibile; di sicuro la decisione del Tribunale indica che le argomentazioni delle due sorelle hanno un fondamento: se non verrà trovato un accordo stragiudiziale, come accaduto per il licenziamento di Francesca Amadori, se ne vedranno delle belle.