PAOLO MORELLI
Cronaca

La guerra della banca ore. Agitazione a Sant’Agnese

I sindacati diffidano l’azienda controllata dal Comune di Bagno di Romagna "La materia deve essere ricompresa all’interno dell’integrativo aziendale".

Il presidente Enrico Camillini

Il presidente Enrico Camillini

Non c’è pace alle Terme Santa Agnese, complesso alberghiero e termale controllato dal Comune di Bagno di Romagna che detiene il 68% delle quote azionarie. Da qualche giorno l’azienda sta contattando uno a uno i lavoratori chiedendo di firmare un accordo per usufruire della ‘banca ore’ aziendale. Si tratta di un istituto che era compreso negli accordi aziendali fino a qualche anno fa, poi fu accantonato. Il funzionamento è abbastanza semplice: se a un lavoratore viene richiesto un impegno superiore al normale orario di lavoro, le ore lavorate in più non vengono pagate come lavoro straordinario, ma accantonate nella ‘banca ore’; successivamente il lavoratore può decidere quando recuperare le ore lavorate in più.

Il comportamento dell’azienda non è piaciuto ai sindacati di categoria del territorio cesenate Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: hanno inviato una Pec al responsabile delle risorse umane di Terme Santa Agnese e a tutti i dipendenti diffidando dalla sottoscrizione individuale dell’accordo e chiedendo l’immediata sospensione della raccolta delle adesioni.

"L’argomento della banca ora – scrivono i sindacati – doveva essere ricompreso all’interno del contratto integrativo aziendale che peraltro deve essere rinnovato e doveva prevedere la condivisione delle caratteristiche di svolgimento, di gestione e di utilizzo della stessa".

L’intento dei sindacati è evidente: se non vengono previste compensazioni, la banca ore consente all’azienda di risparmiare sulla retribuzione dei dipendenti poiché le prestazioni effettuate al di fuori dal normale orario di lavoro non vengono pagate come lavoro straordinario, ma vengono recuperate successivamente. Per firmare un accordo di questo tipo, quindi, è necessario che venga fissata una contropartita alle prestazioni oltre l’orario di lavoro.

I rappresentanti sindacali, che si dicono disposti a un incontro, evidenziano che "quanto prodotto dall’azienda non è stato concordato e nemmeno discusso sia nei termini pratici sia nei criteri di applicazione, e a parere delle scriventi non pare nemmeno rispettoso delle norme di legge relative all’orario di lavoro e ai contratti individuali".