La guerra in Ucraina non si ferma

I dati e le impressioni del conflitto che sta sconvolgendo tutto il mondo

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Dopo 27 giorni di guerra Putin non accenna a fermarsi. In data odierna le vittime civili sono salite a 902, e 1.459 sono rimasti feriti negli attacchi. A queste vittime, dobbiamo aggiungere quelle che si sono verificate nelle truppe ucraine e tra il personale che le assiste. Dei decessi, 179 sono stati uomini, 134 donne. Inoltre sono rimasti uccisi 115 bambini, tra cui circa 100 bambini sono stati colpiti da armi con cariche esplosive ad ampio raggio. I primi attacchi risalgono alla mattina del 24 febbraio. Tutti erano a conoscenza delle minacce di Putin di invadere il Donbass ma sembrava solo una minaccia; il dittatore russo però decise di sorprendere tutto il mondo. Bombe, missili e dichiarazione di guerra, tutto successe in un giorno. Quando mi svegliai quella mattina rimasi scioccato, come tutti i miei compagni di classe. Avevamo paura che l’Italia fosse in pericolo per la minaccia di una 3° guerra mondiale. Quella mattina a scuola con la nostra prof di Italiano analizzammo l’argomento, facendo ricerche su vari giornali online per capire cosa stesse succedendo veramente. Questa triste situazione non ci voleva perché veniamo da due anni di pandemia che ci hanno sconvolto psicologicamente, hanno modificato radicalmente le nostre abitudini; molte conseguenze sono state subite dai bambini e da noi ragazzi, privati della scuola e delle occasioni di socialità. L’esplosione della guerra in Ucraina ci ha colto di sorpresa proprio nel momento in cui stavamo cominciando ad assaporare i primi momenti di rinascita dopo due anni di pandemia. In televisione, in famiglia e a scuola non si parla d’altro. I bombardamenti sembravano essere una questione di pochi giorni ma ci sbagliavamo perchè le armate russe invasero il centro dell’Ucraina fino alla capitale, Kiev. Ormai da un mese milioni di bambini sono costretti a vivere nei bunker, terrorizzati. È stata bombardata una scuola a Mariupol, all’interno della quale era situato un bunker, dove purtroppo sono rimasti feriti tanti bambini e diversi sono morti. Pensare a tutto ciò da consapevolezza della fortuna che abbiamo in Italia ad avere una scuola sicura, amici e la nostra famiglia. Giovedì 3 marzo, molti quartieri e città, tra cui Savignano sul Rubicone alle 20 hanno deciso di spegnere tutte le luci in segno di protesta contro Putin e per trasmettere un messaggio: preferiamo stare al buio piuttosto che comprare il suo petrolio o gas. Sono stati avviati tanti altri progetti per le elementari e materne, come una camminata con cartelli che inneggiano alla pace. Inoltre, in molti plessi scolastici, incluso il nostro, i bambini profughi ucraini vengono accolti con amore. Ad oggi la guerra non si ferma e tutti noi ci stringiamo alle persone che senza colpa si ritrovano in questa triste situazione. Cincludo con una frase di Gianni Rodari: "Ci sono cose da fare ogni giorno: lavarsi, studiare, giocare. Ci sono cose da fare di notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per non sentire. Ci sono cose da non fare mai, né di giorno, né di notte, né per mare, né per terra: per esempio la Guerra".

Mattia Ciavatti 3F