La mascherina sull’autobus? E’ un optional

L’obbligo di indossarla è largamente ignorato dai viaggiatori. C’è chi se la abbassa proprio salendo a bordo del mezzo

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di Luca Ravaglia

Le mascherine non vanno più di moda. Dopo due anni e mezzo di pandemia la stragrande maggioranza dei cesenati, che siano o meno vaccinati, che abbiano o no avuto a che fare col virus, ha deciso di godersi l’aria dell’estate a pieni polmoni, a prescindere dalle minuscole particelle che possono circolarvi. Più che legittimo quasi ovunque, ma non ancora sui mezzi di trasporto, dal momento che le disposizioni governative a riguardo continuano a sancire l’obbligo quanto meno fino alla fine di settembre. La disposizione vale a prescindere dalle distanze percorse e dunque anche sui bus che si spostano in giro per la città sono attive, anche se molto poco rispettate. Lo hanno segnalato al Carlino diversi lettori, che hanno lamentato il disagio di trovarsi vicino ad altre persone col volto scoperto in un contesto che ritengono ancora a rischio contagio, chiedendo dunque maggiori controlli sul rispetto delle regole.

Controlli che, ci tiene a precisare Start Romagna, non competono al personale alla guida, già alle prese con le dovute mansioni. In effetti chi è al volante è molto meglio che controlli la strada piuttosto che lo specchietto retrovisore a caccia di eventuali trasgressori che nel bel mezzo della corsa tolgono o abbassano le mascherine. A onor del vero i controlli ci sono stati – e sono stati anche capillari – da parte delle forze dell’ordine in particolare durante le fasi più marcate dell’emergenza e quando durante il periodo scolastico i bus erano decisamente più affollati rispetto alla situazione attuale. Ora il quadro è diverso e lo è anche sotto il punto di vista del rispetto delle regole. Che, è doveroso sottolinearlo, ci sono e dunque come tali vanno rispettate.

Per renderci conto della situazione, abbiamo trascorso una mattina in giro per la città, davanti alle fermate dei mezzi pubblici e all’interno dei bus. Rigorosamente con mascherina ffp2 ben calata su naso e bocca, c’è da sentirsi come dei pesci fuori d’acqua davanti a compagni di viaggio che nel cuore dell’estate preferiscono pensare ad altro. Il primo ostacolo da togliere dal campo è quello dei luoghi comuni: il problema non riguarda i giovani o qualunque altra categoria di persone, ma è generalizzato, comprendendo in larga parte anche le persone più avanti negli anni, molte delle quali salgono sul mezzo indossando la mascherina , ma poi appena sedute, non si fanno scrupoli ad abbassarla.

Nella nostra personalissima statistica, il record negativo è stato raggiunto marciando in direzione Montefiore: sette persone a bordo e sei a volto scoperto. Inappuntabili invece gli autisti, tutti sempre in regola. Niente da dire nemmeno sulla reazione delle persone (ancora, giovani e adulti, uomini e donne) interpellate durante il viaggio: "Mi perdoni, siamo vicini, potrebbe indossare la mascherina?". "Le mie scuse, certo. Ormai non ci penso più…". Mano in borsa o dentro la tasca dei jeans e problema risolto. Può bastare? Non è questo il punto. Il punto è che anche dopo così tanti mesi di divieti, la legge bisogna rispettarla, molto prima di discuterla. A tutela di tutti, a partire da chi chiede rispetto per se stesso e per la propria salute.