"La mia estate senza palchi e senza musica"

‘Chicco’ Fabbri ha dovuto annullare sessanta serate e il tour all’estero. "L’orchestra è ferma dal 20 febbraio, spero di resistere"

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Due attività di diversa tipologia rischiano entrambe di chiudere a causa del covid 19. Entrambedi Enrico "Chicco" Fabbri, 47 anni, di Fiumicino di Savignano sul Rubicone, cantante da quasi 40 anni. Iniziò con "L’orchestra di famiglia" insieme al babbo Rino, cantante come lui, la mamma Rosina animatrice e cantante e il fratello maggiore Everardo tastierista. Enrico Chicco Fabbri e la sua famiglia continuarono a esibirsi fino al 2000 e solo lui ha proseguito la carriera di cantante. Babbo Rino se ne è andato nel 2010, Everardo è dipendente comunale a Novafeltria e la mamma è in pensione artistica in quanto cura i nipotini. Chicco Fabbri è soprannominato "Il principe del ballo", perché lui palco si è sempre presentato, e lo fa tutt’ora, elegantissimo e con la signorilità di un grande cantante professionista. Nel 2002 diventò il cantante leader dell’orchestra Vittorio Borghesi di Cesena. Un successo durato dieci anni con l’incisione di ben sei cd. Nel novembre 2011 l’abbandono dell’orchestra e dal febbraio 2012 la nascita della nuova formazione "Chicco Fabbri e Orchestra Varietà", dove il "principe" è sempre lui. A Santarcangelo di Romagna Chicco Fabbri ha anche un B&B ora chiuso. Ma il primo problema per lui è l’orchestra.

Da quanto tempo é ferma, Fabbri?

"L’ultima data è stata il 20 febbraio e poi la maledetta pandemia ha bloccato tutto".

Quanti siete in orchestra?

"A formazione piena in dieci, fra tecnici e musicisti. Tutti fermi". Quante serate ha avuto annullate?

"Sessanta e tutto era in costruzione per l’estate, per il resto dell’anno e anche il 2021".

C’erano appuntamento importanti?

"Tutti sono importanti, sia che siamo davanti a cento o mille e più persone, piazza o locale da ballo. Fra i vari appuntamenti avevamo in programma un tour europeo per il terzo anno consecutivo con serate in Spagna, Francia e Germania con la presenza per la seconda volta al Festival Internazionale del cinema di Berlino".

E ora?

"Io sono un ottimista e voglio sperare bene. Però la situazione non gioca a nostro favore. Feste annullate, grandi concerti sospesi, locali da ballo chiusi e strutture ricettive che per colpa del distanziamento fisico non potranno organizzare spettacoli".

Non si potrà più ballare?

"Assolutamente no. Solo ascoltare distanti un metro uno dall’altro".

Finisce anche il ballo liscio?

"Sì, come tutti gli altri da mesi è fermo".

Chiuderà l’orchestra?

"Mi auguro di no. Io sono nato con la musica e il solo pensiero di non potere più fare serate facendo ballare la gente, mi fa morire. Spero solo che questa situazione duri il più breve tempo possibile, per poi ripartire in una sorta di resurrezione. La gente ha bisogno di noi, della musica, delle canzoni e di cantare".

Avete avuto contributi per quel che riguarda il fermo dell’orchestra?

"Abbiamo avuto un piccolo sostegno, ma del tutto insufficiente, da parte dell’Imaie, che è un organo che tutela i diritti d’autore e di interpretazione. Dal Governo non abbiamo ricevuto nulla: ha ignorato migliaia di orchestre, gruppi musicali, dal duo, al trio, ai grandi spettacoli. Questo trattamento fa veramente male".

Un futuro nero quindi?

"Un nero di seppia anche se la speranza è l’ultima a morire".