"La miniera di Formignano si sta sgretolando"

Allarme dell’associazione che da anni si batte per la salvaguardia del villaggio: "Qui un potenziale enorme ma nessuna manutenzione"

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di Luca Ravaglia

La storia di un’epoca e di una comunità fagocitata dal tempo. A Formignano, nelle colline sopra Cesena, circondato dal verde e dal silenzio, rischia di scomparire uno degli insediamenti minerari più famosi della Romagna e non solo, il villaggio nel quale sono state scritte le storie degli uomini che estraevano lo zolfo, calandosi nelle profondità della terra tra pozzi e discenderie, faticando e rischiando la vita ogni giorno pur di guadagnare la paga che serviva a mantenere la famiglia. I tempi sono cambiati e gli anni sono trascorsi: di quello che c’era, oggi resta sempre meno, perché tra neve, scosse di terremoto e indifferenza delle istituzioni, che da anni annunciano progetti che restano sempre e solo sulla carta e promettono di cercare finanziamenti che quando sono arrivati, sono poi stati dirottati altrove, il villaggio si sgretola.

La Società di Ricerche e Studio della Romagna Mineraria, nata nel 1987 dalla passione di nove cesenati, è l’associazione che si batte per tutelare questi luoghi, promuovendo studi, catalogando documenti e organizzando eventi divulgativi. Come quello che si è svolto ieri, quando i cancelli di Formignano sono tornati ad aprirsi al pubblico. "Questo luogo – hanno commentato Pier Paolo Magalotti e Davide Fagioli, profondi conoscitori della zona – ha un potenziale enorme che non solo non viene sfruttato, ma viene sempre più compromesso dal passare del tempo e dall’assenza di manutenzione. All’estero realtà simili vengono valorizzate richiamando visitatori di ogni età, bambini compresi, che possono avere un assaggio di com’era la vita in miniera. Qui da noi sono rimasti i forni gill, la discenderia, la centrale elettrica e gli edifici – ormai ruderi che componevano il villaggio. Ci battiamo affinché la memoria di questo luogo e le innumerevoli storie delle persone che ci hanno vissuto e che noi ancora oggi stiamo ricostruendo grazie a un certosino lavoro sulle fonti, non vadano mai perdute".

Un buon punto dal quale ripartire può essere l’inserimento di questo territorio nell’Ente parco delle miniere di Zolfo delle Marche che proprio grazie a Formignano ha visto aggiungere anche il riferimento all’Emilia Romagna. L’auspicio è quello di ottenere fondi per mettere in atto un progetto di recupero e di rilancio. "Il 23 settembre – anticipa l’assessore alla Cultura Carlo Verona – si svolgerà un convegno a Urbino al quale io non potrò partecipare, ma il nostro territorio sarà rappresentato dall’assessore regionale Mauro Felicori, molto attento a questo tema. Nelle prossime settimane inoltre gli studenti di Architettura cesenati illustreranno nell’ambito della loro festa che si svolgerà a Villa Torlonia i loro progetti di recupero della zona, progetti che ho chiesto di poter presentare anche a Borello. Sono molto in sintonia con loro, in particolare con la proposta di utilizzare ‘l’arte del verde’, che si basa sulla realizzazione di opere col solo impiego di ciò che la natura mette a disposizione. Restando coi piedi per terra, restaurare l’intero complesso a oggi è impossibile, ma si potrebbero ripristinare la discenderia, la centrale elettrica e almeno uno dei forni gill. Tutto intorno infine ci sono 90 ettari di proprietà comunale che possono diventare un punto di riferimento per le escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo".