Il processo per la morte di Antonio Rinelli, deceduto al termine di una furibonda lite corpo a corpo durata una ventina di minuti col rivale in amore Mirko Guerrini avvenuta la notte del 7 aprile 2019 in Via Orsa Maggiore a San Mauro Mare dove abitava la donna, ha vissuto ieri uno dei momenti più toccanti: davanti al giudice monocratico Marco De Leva ha deposto come testimone la madre di Manuela Castriotta, la donna contesa dai due uomini, entrambi abitanti a Ravenna. Incalzata dalle domande del pubblico ministero Sara Posa, dell’avvocato Alessandra Pisa che difende i famigliari di Rinelli, costituiti parti civili, e dell’avvocato Antonino Lanza, difensore di Mirko Guerrini, ha raccontato quel che ancora ricorda: di essersi affacciata alla finestra sentendo le grida della figlia, di essere andata in strada, di aver chiamato più volte i carabinieri per chiedere soccorso, di aver visto i due uomini avvinghiati a terra, Rinelli sotto schiena a terra e Guerrini sopra a cavalcioni. Quando Guerrini si alzò era insanguinato e aveva una mano malconcia perché Rinelli, rimasto esanime a terra gli aveva morsicato un dito.
Il processo proseguirà nei prossimi mesi con altri testi.