Un anno di indagini non ha portato quella svolta attesa per arrivare finalmente a uno spiraglio di verità sul caso della scomparsa di Cristina Golinucci. Nonostante l’opposizione della famiglia, la Procura della Repubblica di Forlì ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta (riaperta per l’ennesima volta nell’arco dei 31 anni dalla sparizione della giovane cesenate) e l’udienza per la discussione della richiesta degli inquirenti è stata fissata per il 12 dicembre davanti al giudice per le indagini preliminariì Massimo De Paoli.
Cristina Golinucci sparì nel nulla da Cesena, a 21 anni, il primo settembre del 1992. La giovane aveva un appuntamento con il suo confessore al convento dei frati cappuccini, ma il colloquio non avvenne mai. All’inizio i sospetti si appuntarono su un immigrato africano, Emmanuel Boke, ospitato dal convento, che però venne scagionato in seguito. Le indagini sono state aperte e chiuse una decina di volte, senza mai arrivare all’identificazione di un responsabile di quello che si ritiene un omicidio commesso oltre 30 anni fa.
La fissazione dell’udienza segue la richiesta della Procura forlivese a cui si è opposta la famiglia di Cristina, assistiti dagli avvocato Barbara Iannuccelli e Nicodemo Gentile. Le indagini erano state riaperte a inizio anno, dopo un nuovo dettagliato esposto dei familiari. Ma il 3 ottobre, nonostante gli accertamenti di polizia e carabinieri compiuti "ad ampio raggio", nonostante l’acquisizione di una mole di atti e "gli sforzi profusi", la procuratrice capo Maria Teresa Cameli e la pm Laura Brunelli, avevano sottolineato che non era stato possibile arrivare all’identificazione degli autori del reato, considerato anche che "le lacune investigative pregresse sono difficilmente colmabili". A poco aveva portato anche il tentativo di cercare collegamenti con il caso di Chiara Bolognesi, 18enne trovata morta nel fiume Savio il 7 ottobre sempre del 1992.
La pista battuta dagli investigatori era quella di una persona gravitante negli ambienti del volontariato e delle parrocchie, gli stessi frequentati dalle due ragazze, che in passato era stato accusato di tentativi di violenza sessuale (ma le relative denunce furono ritirate). Il sospetto è però sempre rimasto nell’aria, e l’uomo non è mai stato formalmente indagato.
Tuttavia la mamma di Cristina Golinucci, Marisa Degli Angeli, fondatrice dell’associazione Penelope in Emilia-Romagna, non si arrende e spera ancora che sia possibile arrivare alla verità sulla figlia.