La surgelazione salva la cultura Libri antichi e documenti a -25°

Verranno conservati nelle celle Orogel in attesa che ci sia personale, tempo e soldi per restaurarli

La surgelazione salva la cultura  Libri antichi e documenti a -25°

La surgelazione salva la cultura Libri antichi e documenti a -25°

di Paolo Morelli

Ogni giorno arrivano nello stabilimento Orogel di Pievesestina cinque o sei furgoni che trasportano cassoni da riporre nelle celle frigorifere a -25°. Anziché contenere zucchine, spinaci o piselli sono pieni di libri antichi e documenti. Provengono dall’archivio diocesano del seminario di Forlì, dall’archivio del comune di Castel Bolognese, dalla Biblioteca Tirsi di Lugo, dagli archivi comunali di Sant’Agata sul Santerno, Forlì e Faenza. A scortali ci sono i carabinieri del Nucleo tutela partimonio culturale,

Dopo essere stati puliti dal fango e catalogati, libri antichi e documenti degli archivi comunali custoditi in sacchetti di plastica vengono surgelati per evitare che i microrganismi rovinino la carta. Potranno restare così per anni, in attesa che ci sia il personale, il tempo (e i soldi) per restaurarli. Ci sono manoscritti e opere letterarie risalenti in alcuni casi al XVI e XVII: se restassero esposti all’aria sarebbero attaccati e distrutti dai funghi che facilmente potrebbero aggredire la carta, il cuoio e la pergamena. La surgelazione, infatti, blocca la proliferazione dei microrganismi per un tempo indefinito.

In totale nel giro di alcuni giorni dovrebbero arrivare a Pievesestina circa 700 cassoni che riempirebbero una dozzina di autotreni. Orogel ha risposto con prontezza alla richiesta di contribuire alla conservazione del patrimonio culturale romagnolo: "I nostri magazzini automatici a -25 °C – spiega Bruno Piraccini, presidente di Orogel – sono utilizzati normalmente per lo stoccaggio dei nostri prodotti vegetali surgelati. Abbiamo però appreso, con sorpresa, che possono essere utili anche per conservare e ripristinare altri materiali, come i libri. Abbiamo subito accolto la richiesta del Ministero della Cultura e dalle soprintendenze competenti e ci siamo attivati per riservare, all’interno dei nostri magazzini, degli spazi dedicati alla conservazione di volumi e documenti, per salvare il nostro patrimonio culturale".

Una volta giunti a Pievesestina, prima di essere stivati nelle celle frigorifere a -25°, i cassoni vengono nuovamente catalogati in modo che sia possibile ritrovare i documenti mano a mano che potranno essere restaurati.

"Quando una terra, una comunità di persone e la loro memoria culturale viene messa a così dura prova – aggiunge Corrado Azzollini, segretario regionale del Ministero della Cultura - il Paese risponde con grande rapidità e generosità, e così vediamo unità di soccorso arrivare da Reggio Emilia, dal Friuli Venezia Giulia, da Comacchio, dal Piemonte e da altre zone con volontari appartenenti ad associazioni accreditate dalla Protezione Civile che affiancano gli specialisti del Ministero. Così entrano nel meccanismo ben ordinato dell’Unità di Crisi e Coordinamento Regionale dando un contributo fondamentale alla salvezza del patrimonio culturale della Romagna".