L’agricoltore "Abbiamo perso tanti raccolti"

Gabriele Graffieti di Bivio Montegelli: "Altre tragedie vanno impedite con più manutenzione e un sistema di dighe ravvicinate"

L’agricoltore "Abbiamo perso tanti raccolti"

L’agricoltore "Abbiamo perso tanti raccolti"

di Luca Ravaglia

Ci sono le case, ovviamente. Ma ci sono anche i campi, quei terreni che sono un simbolo dell’economia del nostro territorio e che tra alluvione e frane hanno accusato danni ingentissimi. Un tema verso il quale Gabriele Graffieti, agricoltore di Bivio Montegelli, chiede che si mantenga la massima attenzione.

Graffieti, parliamo del suo mondo.

"A oggi è in buona parte irraggiungibile, perché certe strade che serviva percorrere per raggiungerlo, ora non ci sono più. E’ ovviamente un problema enorme, che con ogni probabilità non si potrà risolvere in breve tempo e che dunque porterà alla perdita di tanti raccolti, con conseguenze drammatiche". Qual è il suo punto di vista?

"Siamo davanti a una tragedia epocale, non serve aprire polemiche. Il mio spirito è quello di fornire informazioni da addetto del settore, credo con cognizione di causa".

Da dove serve partire?

"Dalla manutenzione, che non può essere trascurata. Gli interventi devono essere costanti e puntuali, prima che si creino situazioni di pericolo. Noi agricoltori siamo i primi a volere che l’ambiente non subisca danni, perché siamo i primi a pagarne le conseguenze. Dunque sarebbe giusto tenere in considerazione le nostre segnalazioni e lasciarci la possibilità di intervenire per risolvere le criticità sul nascere".

Qualche esempio?

"Quando ero un ragazzino andavo a pescare nei corsi d’acqua vicino a casa. Erano tenuti a regola d’arte, anche grazie a un sistema di dighe realizzate alla distanza di circa un chilometro l’uno dall’altra e che servivano ad attutire la forza nei tempi di piena. Ora sono tutte inutilizzabili, consumate dagli anni".

Le conseguenze?

"Quello che nei mesi caldi è appena un rivolo d’acqua, nei giorni scorsi pareva il ‘gemello’ del Savio. E’ evidente che tanta forza, scendendo a valle, aumenta sempre più il suo impeto".

Cosa propone?

"Per risolvere i problemi idrogeologici serve partire dalla buona cura della montagna, questo è un dato di fatto che credo possa essere condiviso da tutti. Bisogna superare i troppo ‘no’ che in questi ultimi anni sono arrivati e ragionare nell’ottica di quello che sta realmente accadendo. Cito un esempio che mi riguarda da vicino".

Quale?

"Un corso d’acqua vicino a casa che prima scorreva da un lato della mia abitazione, ora è gradualmente passato su quello opposto. Serve intervenire puntualmente, al limite per correggere, non per stravolgere. Perché il rischio è quello di arrivare troppo tardi".