"Lasciateci suonare con i nostri ragazzi"

Le scuole di musica invocano la riapertura con un appello a Bonaccini "Abbiamo applicato alla lettera i protocolli anti-Covid e fatto investimenti"

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di Raffaella Candoli

"Le scuole di musica regionali sono luoghi sicuri. Ne chiediamo la riapertura". È Stefano Bonaccini, presidente della Regione, il principale destinatario di una lettera in cui una sessantina di titolari di istituti musicali e scuole private di formazione musicale riconosciute dalla Regione "che hanno applicato alla lettera i protocolli Anti Covid investendo risorse economiche" invocano "l’immediata riapertura delle nostre scuole (chiuse a seguito delle restrizioni imposte dalla zona arancione) per i corsi che non possono essere erogati online, poiché verrebbero snaturati, ovvero quelli di pratica strumentale, di musicoterapia, di quelli destinati ai ragazzi e ai bambini". I firmatari si dicono consapevoli della difficoltà di chi non pratica le discipline musicali a "comprendere con chiarezza gli aspetti tecnici legati al fare musica, e riteniamo che sia il caso di fare sentire le nostre voci non singolarmente ma uniti, per rimarcare la professionalità e la serietà di tutti noi". Marzio Zoffoli, direttore dell’Associazione Centro Studi Musicali ‘I. Caimmi’ di Cesenatico è tra i sottoscrittori della missiva: "La nostra scuola – spiega – che in tempi di normalità contava 200 allievi per una quindicina di docenti, ha investito nei dispositivi di protezione e sanificazione, ha installato pannelli di plexiglass, ha addirittura dotato i bagni di fotocellule per garantire la massima igiene. Già tenevamo lezioni individuali, non di gruppo-classe".

Insomma, allievo e docente soli in aula, perdipiù separati da pannelli. "Noi musicisti – continua il prof Zoffoli, che impartisce lezioni di chitarra, strumenti etnici e flauti popolari -, non possiamo più suonare, né insegnare e personalmente ho ricevuto, dopo un’odissea burocratica, un bonus dal Governo di 600 euro a marzo, e poi nulla; di cosa dovremmo vivere, se non esercitando il mestiere di formatori, che in altre regioni è consentito? La didattica online deve anche fare i conti coi problemi di connessione e per i più piccoli richiede l’impegno dei genitori". "Eppure, il Dpcm -interviene Elena Di Dato, presidente di ‘Associazione Musicale Chorus A.P.S. Chorus Institute Of Musical Arts di Cesena - consente l’accesso di bambini e ragazzi a luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative, anche non formali, al chiuso o all’aria aperta, con l’ausilio di operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza predisposti in conformità alle linee guida. Ma non in Emilia Romagna, a fronte di zone rosse dove questa concessione è applicata". Di Dato insegna musica alle medie inferiori, ma uguali lezioni di chitarra e tastiere a classi di 25 e più allievi lì consentite non lo sono nella sua scuola riconosciuta dalla Regione. "Tenevamo – aggiunge- anche corsi individuali per mamme e bambini da zero a 12 mesi e propedeutica per piccoli di 5, 6 anni che online non reggono l’attenzione e si disamorano dello strumento". Laura D’Angelo segretario-tesoriere della Scuola Jazz Cesena A.P.S informa che come affittuari del Comune nei locali della ex scuola di Case Castagnoli, "ci è stata imposta la chiusura dal 27 ottobre. Il Comune ci ha comunicato di poter attivare, a sue spese, un mese di lezione gratis online di ‘Musica sotto l’albero’, ma quel fermento di un centinaio di allievi seguiti da 12 docenti, oggi è un silenzio desolante".