"Lascio dopo trent’anni, più aiuti ai negozi in crisi"

Ivana Arrigoni, commerciante veterana del centro giovedì chiude ’Le Nereidi’ in via Strinati. "Abbandonai il posto in banca, sono stata ripagata dalle clienti"

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di Andrea Alessandrini

Giovedì pomeriggio si conclude l’era trentennale del negozio di abbigliamento femminile ’Le Nereidi’, da sei anni in via Strinati, gestito da Ivana Arrigoni, commerciante veterana del centro storico, presidente di Federmoda Confcommercio.

Signora Arrigoni, come mai ha deciso di chiudere il negozio?

"Ho lavorato 18 anni in banca e 32 come negoziante: si chiude il ciclo lavorativo".

Lasciò il lavoro sicuro?

"Mi sono reinventata e sono stata gratificata dalla scelta".

Ha resistito trent’anni sulla piazza. Come ha fatto?

"Bei capi classici per la donna, taglie larghe per accontentare tutte, rapporto fiduciario con le clienti. Molte sono addolorate che le abbandoni".

Ha patito la crisi del commercio?

"Eccome: nel 2008 con la grande crisi mondiale, poi la pandemia e la guerra, ma anche le difficoltà per le scelte del Comune non favorevoli al commercio, come la chiusura del parcheggio di piazza della Libertà nel 2015. Avevo il negozio sulal piazza, mi ritrovai le ruspe davanti, andai via e trovai un nuovo locale. Quei lavori durarono più di tre anni: un’odissea".

Fu tra le oppositrici nel comitato ‘Centro anch’io’.

"Con ragioni da vendere: venne chiuso un parcheggio indispensabile senza sostituirlo. Il restyling avrebbe dovuto prevedere il parcheggio sotterraneo. Molti hanno avuto l’impressione che si volesse indirizzare il commercio su altre direttrici".

Sono così importanti i parcheggi per i negozi?

"È evidente: ci si reca a comprare dove si è comodi. Vado spesso in Francia dove le città hanno parcheggi sotterranei in centro. Lì i fondi Ue sono impiegati per l’arredo e migliorare l’attrattività. Ci sono altra cura, altra sensibilità".

Rispetto a Cesena?

"Eh sì. Un esempio: il manto stradale di via Strinati, una delle strade più terziarizzate e vivaci del centro, è tutto un avvallamento e sono anni che si chiede invano di sistemarlo".

Lei è ricorsa all’e-commerce?

"Sono stata una dei primi, creando un un portale abbinato alla vetrina fisica del negozio. Questo è il futuro: il binomio, ma nell’abbigliamento il negozio è basilare".

Il commercio in centro ha un futuro?

"Ho fiducia nei giovani, c’è chi apre con idee nuove, ma ora si soffre, troppe vetrine spente. Serve però collaborazione".

Da parte di chi?

"Del Comune, per far tornare il centro fruibile. La amarezza più grande è stata quando i miei clienti mi dicevano che erano costretti a rinunciare a servirsi del mio negozio perchè difficile da raggiungere. Non si può immaginare il senso di frustrazione che si prova ad avere un’attività in un luogo bellissimo reso non facilmente accessibile".

Lei è contraria alla pedonalizzazione?

"Affatto, ma va fatta in aree di pregio limitate".