Giovani, laureati e agricoltori. "Dopo gli studi, il richiamo della terra"

I titolari di OrtiCa: "Lasciati i nostri lavori, ora produciamo prodotti bio"

I due giovani imprenditori: Carlo Enrico Lontani e Martina Lucchi

I due giovani imprenditori: Carlo Enrico Lontani e Martina Lucchi

Cesena, 4 maggio 2019 - Si sono conosciuti sui banchi di scuola e da allora hanno condiviso l’amore per la campagna e la vita all’aria aperta. Nonostante avessero intrapreso carriere differenti, quel piccolo terreno, adagiato tra le colline cesenati, a metà strada tra i castelli di Sorrivoli e Monteleone, restava il loro nido. Un rifugio, il luogo in cui sentirsi liberi di sperimentare nuove coltivazioni e di riconnettersi con la tradizione millenaria dell’agricoltura romagnola.

È così che i 32enni Carlo Enrico Lontani e Martina Lucchi - di Savignano sul Rubicone lui, di Sorrivoli lei - hanno deciso di trasformare la propria passione in lavoro e dar vita all’azienda agricola OrtiCa’ (dal dialetto romagnolo Ca’, casa, la ‘Casa degli Orti’).

Lucchi, siete tornati al vostro primo amore.

«Sì, io ed Enrico abbiamo frequentato l’Istituto Tecnico Agrario di Cesena, ma all’università abbiamo scelto percorsi diversi: io, dopo la Laurea Magistrale in Architettura del Paesaggio a Firenze, ho aperto uno studio di progettazione con un’amica e mi interessavo di riqualificazione urbana; Enrico si è laureato prima in Acquacoltura a Cesenatico e poi in Sicurezza e Qualità delle Produzioni Animali. Appena potevamo, però, tornavamo a Sorrivoli, dove i miei possedevano un piccolo pezzo di terra, lasciato incolto perché nessuno dei due faceva l’agricoltore. Lo abbiamo fatto diventare il nostro orto».

Cos’è successo poi?

«Quasi per caso abbiamo deciso di frequentare un corso base di apicoltura, organizzato dall’Associazione Forlivese Apicoltori, di cui tuttora siamo soci. Le api ci affascinavano, sia per il ruolo che ricoprono negli ecosistemi, sia per l’importanza che hanno sempre avuto nell’agricoltura romagnola. Dopo il corso, abbiamo voluto metterci alla prova con quattro alveari: un esperimento riuscito in tutte le fasi, dall’allevamento delle api alla vendita del miele. Da allora ci siamo convinti che l’agricoltura era la nostra strada».

E nel 2015, avete creato OrtiCa’, la ‘Casa degli Orti e delle Api’.

«Avevamo entusiasmo da vendere, eppure è stata una scelta dura e sofferta. Abbiamo subito partecipato con successo ai bandi europei per sostenere la nostra attività: tuttavia, se non avessimo avuto il supporto iniziale dei nostri genitori, non saremmo potuti andare avanti. Abbiamo scelto di investire in piccole produzioni di qualità: il miele, appunto, ma anche l’olio biologico, i fichi e altri alberi da frutto, il grano e, a rotazione, i legumi, le piante aromatiche. Tutto ciò che produciamo è frutto dell’amore per la nostra terra: il rispetto per i suoi ritmi, a dispetto delle esigenze di sfruttamento indiscriminato, è la nostra priorità».

Come siete riusciti a farvi conoscere?

«Inizialmente grazie ai mercatini e alle fiere: l’interesse e i riscontri positivi dei nostri primi clienti ci hanno fatto capire che eravamo sulla strada giusta. Dopo sono arrivate le prime collaborazioni con alcuni ristoratori della zona, che hanno creduto nei nostri prodotti e li hanno promossi presso i loro clienti. Abbiamo dunque allargato il raggio d’azione alle altre province della Romagna e ora stiamo lavorando per fare rete con altri artigiani (fornai, gelatieri, etc) che hanno una filosofia simile alla nostra».

Qual è il vostro obiettivo futuro?

«Dopo aver ampliato l’azienda, ora ci stiamo occupando di ristrutturare una struttura che adibiremo a laboratorio di smielatura e trasformazione dei prodotti, ma anche a spazio per ricevere i clienti e promuovere eventi in collaborazione con i nostri partner. Finiti i lavori diventerà uno spazio polifunzionale, ispirato al nostro amore per la Romagna e alle tradizioni popolari che qui si tramandano, immutate, da intere generazioni».