"Lavoro dipendente e servizi sono svalutati"

Il segretario generale della Uil Marcello Borghetti parla dei temi del congresso del sindacato che si terrà l’8 giugno a Gambettola

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di Annamaria Senni

Il prossimo 8 giugno si terrà l’undicesimo congresso territoriale della Uil di Cesena, intitolato "Quarant’anni di impegno con le persone e per le persone". L’appuntamento è al centro Fulgor di Gambettola. A introdurre l’evento il segretario generale della Uil, Marcello Borghetti.

Borghetti cosa rappresenta questo congresso per la Uil cesenate?

"E’ uno straordinario momento di partecipazione che caratterizza la vita del sindacato. Un’occasione in cui cerchiamo di coinvolgere sempre di più anche i giovani. Incontriamo le persone, le ascoltiamo e ascoltiamo i loro problemi. La Uil cesenate si impegna da 40 anni a restituire dignità al valore della persona". La situazione dal punto di vista economico e sociale è complessa in questo momento. Quali i problemi maggiori in provincia?

"Anche nel nostro piccolo viviamo problemi che sono di portata generale. In Italia c’è una crisi della politica che ha portato grossi cambiamenti, manca per così dire una politica di programmazione. Un problema concreto, anche da noi, è la svalutazione del lavoro dipendente. La classe dirigente imprenditoriale non ha capito che il lavoro va adeguatamente remunerato, e tutte le volte che il sindacato lo ripete, c’è una specie di plotone di esecuzione che grida allo scandalo".

Dove si è sbagliato?

"La pandemia di due anni fa e la guerra di adesso son dei macro problemi che hanno fatto venire tuti i nodi al pettine. C’è una svalutazione dei servizi pubblici: dalla sanità, alla scuola, alla sicurezza. Sono mancati ovunque gli investimenti. Sono state tagliate le risorse, e i lavoratori sono spesso abbandonati a se stessi con strutture inadeguate e con scarse dotazioni organiche. Nella sanità i lavoratori sono pochi. Anche lo stesso ospedale Bufalini è sotto organico, e il personale è sotto forte pressione fin dalla comparsa della pandemia. Medici e infermieri vengono elogiati come eroi, e poi faticano a fare ferie e riposi".

E le difficoltà dei giovani a trovare lavoro da cosa dipendono?

"Dal fatto che il valore del lavoro viene abbassato drasticamente, e ciò rende poco appetibili certe professioni che comportano impegno fisico di orario e di vita. L’offerta lavorativa è caratterizzata da precarietà sistematica: nel 90% dei casi si fanno contratti precari. Come fa un giovane a immagine di costruire una famiglia se lo pagano poco? I miracoli non si possono fare, serve restituire dignità alle persone".

Vi sono molte aziende in difficoltà a reperire personale…

"Ogni anno in Riviera si ripropone il tema del turismo e della mancanza di personale, ma se guardiamo l’offerta economica proposta ai ragazzi, vediamo che per far la stagione estiva un giovane arriva a prendere 5 euro all’ora. Troppo poco. Le aziende poi non possono lamentarsi che non trovano le figure adatte o non preparate perché non investono in formazione e sicurezza. Il nostro territorio, e in generale la Romagna, ha redditi lavorativi bassi rispetto all’Emilia. Pensiamo all’agricoltura nella nostra zona. C’è carenza di mano d’opera italiana perché la remunerazione è troppo bassa, e anche molti stranieri scelgono di andare a lavorare in altre parti d’Europa. Poi c’è la guerra, che anche nel territorio frena la ripresa, ci sono i costi delle materie prime e dell’energia, che causano ripercussioni che non termineranno a breve, ripercussioni che stanno mordendo forte nei redditi e che temo non tenderanno a migliorare".