Lavoro stagionale, condizioni capestro «Dalle 7,30 alle 22, sette giorni su sette»

Ecco la proposta di un’albergatrice a un giovane

BACHECA Una ragazza davanti  alle offerte di lavoro (repertorio)

BACHECA Una ragazza davanti alle offerte di lavoro (repertorio)

di ALESSANDRO NOTARNICOLA

HA FATTO scalpore recentemente l’allarme lanciato dagli imprenditori turistici della riviera adriatica sulla difficoltà di trovare personale sia locale che straniero per l’imminente stagione. Le condizioni lavorative, gli stipendi e la durata della stagione non rappresentano più un’attrattiva per i lavoratori stagionali. Le richieste abbondano sulle bacheche di piattaforme d’impiego come Subito.it, Infojobs.it, Bakeca.it per accedere alla fitta rete stagionale che si rivolge principalmente, e senza troppa retorica, a «giovani alla prima esperienza».

FACCIAMO una prova sul campo con la collaborazione di un giovane in cerca di lavoro. Con pochi clic riusciamo a fissare un appuntamento con un albergatore. Alla mail di candidatura per cameriere ben specificata nell’oggetto segue una telefonata tra il richiedente e l’imprenditore e spesso l’appuntamento è fissato dopo poche ore. L’albergo di riferimento si trova a Gatteo Mare ed è a gestione familiare. Parcheggiata l’auto, la struttura non salta subito alla vista essendo rivestita da un’impalcatura. Sono infatti molti gli albergatori che nel corso del periodo di chiusura, generalmente da ottobre a metà marzo, rimettono a norma gli edifici rifacendone un rapido make up. Entriamo nella hall, ad accoglierci c’è una receptionist intenta a registrare le prenotazioni. Al suo fianco c’è una donna di mezza età , è l’albergatrice. Fa accomodare il ragazzo, prende in consegna il curriculum vitae e domanda se conta un’esperienza pregressa nell’ambito della ristorazione. «Ho lavorato come cameriere a Bologna», spiega il candidato. «Ha mai fatto una stagione?», replica l’albergatrice. «No», ribatte l’aspirante cameriere. «Le spiego. Qui i ritmi sono notevoli. Si lavora sette giorni su sette, non c’è il giorno di riposo, si comincia alle 7,30 per preparare la sala per la colazione. I clienti non arrivano mai prima delle 9. I camerieri non servono ai tavoli ma portano la bevanda ordinata. Conclusa la colazione si lavano i bicchieri e le tazze e ci si appresta ad allestire la sala per il pranzo. Si è in due, a volte arrivo in soccorso. Il servizio finisce alle 15/15,30». L’imprenditrice fa una pausa per lasciare spazio ad eventuali richieste dell’interlocutore. «Si ritorna alle 19 per la cena e si va via alle 21,30/22», conclude. Il nostro amico chiede chiarimenti sul salario. «Sono 1500 euro al mese dal 1° giugno a metà settembre ma si lavora anche nel corso dei festivi: Pasqua, ponte del 25 aprile e 1° maggio. Se si chiede anche il pernotto diventano 1000/1100, ma generalmente consentiamo solo alle donne di restare in albergo». Il ragazzo specifica che al ristorante per il quale ha lavorato di recente era stato assunto con un contratto di apprendista, informazione che distende l’espressione dell’albergatrice che aggiunge: «Bene, conviene sia a me che a lei».