REDAZIONE CESENA

Le aziende agricole biologiche: "Veder maturare i nostri prodotti ci ripaga da tutte le fatiche"

’La quiete del Rio’ di Cesena e ’Family Farm Gobbi’ a Longiano sono alla terza generazione "È un lavoro che richiede non poche rinunce, per questo tanti giovani sono spaventati".

’La quiete del Rio’ di Cesena e ’Family Farm Gobbi’ a Longiano sono alla terza generazione "È un lavoro che richiede non poche rinunce, per questo tanti giovani sono spaventati".

’La quiete del Rio’ di Cesena e ’Family Farm Gobbi’ a Longiano sono alla terza generazione "È un lavoro che richiede non poche rinunce, per questo tanti giovani sono spaventati".

Il segreto, dicono, è entrare in simbiosi con i ritmi della natura e delle stagioni, al punto tale da dimenticare i sacrifici e le rinunce che il lavoro in campagna richiede e concentrarsi su ciò che è davvero importante: il sorriso di un bambino che vede una capretta per la prima volta, o quello dei turisti, non di rado stranieri, che assaggiano i loro prodotti. Ne sono convinti Chiara Amadori e il padre Marco, titolari della fattoria didattica biologica ‘La quiete del Rio’, nella valle del Rio Marano (a un chilometro dal centro cittadino); e Nicolas Gobbi con la moglie Giulia, titolari di ‘Family Farm Gobbi’, agricampeggio e azienda agricola biologica sulle colline di Longiano. Entrambe le attività sono ormai alla terza generazione, ma è stato l’arrivo dei giovani (Chiara Amadori ha 25 anni e fa parte della rete dei Giovani Coldiretti; Nicolas e Giulia Gobbi sono entrambi under 30) a dare nuova linfa alle aziende, oggi promotrici di numerose iniziative finalizzate alla valorizzazione del territorio: dai laboratori culinari per adulti e piccini alle degustazioni di olio e vino, dai workshop aperti al pubblico alla creazione di itinerari ad hoc per enoturisti e cicloturisti.

"Solo grazie a queste attività, che assorbono tutta la nostra giornata (assieme a quelle più prettamente agricole), riusciamo a sopravvivere e a garantire un futuro alle nostre aziende", sottolineano sia Marco Amadori, sia Nicolas Gobbi. Entrambe le aziende commercializzano i propri prodotti esclusivamente con la vendita diretta: un sistema, quest’ultimo, che consente loro di saltare diversi passaggi della filiera e vendere i propri prodotti direttamente a una nicchia di consumatori, disposti a raggiungerli in azienda. "Il conferimento a consorzi e cooperative non conviene più – ammette Nicolas Gobbi – perché la remunerazione non è sufficiente neppure a coprire le spese". Spese che, per i produttori bio, risultano in costante aumento: "non è solo il costo di macchinari e attrezzature – prosegue Gobbi -; a pesare è soprattutto l’investimento pluriennale sugli impianti, minacciati da eventi atmosferici estremi sempre più frequenti". Il settore dell’agricoltura ‘bio’ risente, anche in provincia, di una lieve flessione: il dato, reso noto dalla Camera di commercio della Romagna, non sorprende i produttori, consapevoli delle tante criticità che affliggono il comparto. "Chiara ha terminato gli studi di Agraria ed è voluta rimanere nell’azienda, sebbene io l’avessi più volte sconsigliata – riflette Marco Amadori -. Eppure, grazie agli eventi in fattoria, al centro estivo, alle attività quotidiane dedicate alle ragazze e ai ragazzi con disabilità, ora la vedo felice, anche se non ha più un minuto libero". E domenica alla fattoria si celebrerà l’ultima giornata di festa, aperta al pubblico, dedicata alle fragole.

"Avere un’azienda agricola, e ancor più un agriturismo, richiede non poche rinunce – conferma Nicolas Gobbi -. Questi sacrifici possono scoraggiare e demotivare soprattutto i giovani: i weekend liberi, ad esempio, diventano un caro ricordo. Ma la terra tanto toglie quanto restituisce: vedere le piante che si rinnovano, il ciclo della vita che si ripete, più forte di tutto; veder maturare il prodotto su cui hai lavorato per un’intera stagione sono soddisfazioni che ripagano da ogni fatica".

Maddalena De Franchis