GABRIELE PAPI
Cronaca

Le radici di Romagna mia. Un cambio di titolo e fu subito successo

Secondo Casadei l’aveva composta come ‘Casetta mia’, ma esisteva già una canzone intitolata così. Il collega Ferrini gli suggerì la modifica.

Secondo Casadei l’aveva composta come ‘Casetta mia’, ma esisteva già una canzone intitolata così. Il collega Ferrini gli suggerì la modifica.

Secondo Casadei l’aveva composta come ‘Casetta mia’, ma esisteva già una canzone intitolata così. Il collega Ferrini gli suggerì la modifica.

Storie poco raccontate, ma succose, della genesi di ‘Romagna Mia’, inno popolar-romagnolo di Secondo Casadei, canzone di ottanta anni fa ma sempreverde e da tutti conosciuta. Ma le cui vicende sono meno scontate e frettolose rispetto al ‘banalese’ spesso imperante sui social gratuiti anche per ciò che riguarda la storia del ‘liscio’. Che una ricerca seria e competente sia ben più significante lo confermano le indagini del musicologo cesenate Franco Dell’Amore. Ma andiamo con ordine: riassunto delle puntate precedenti. Era abbastanza noto che il valzer ‘Romagna mia’, composto da Secondo Casadei nel 1954, inizialmente si chiamasse ‘Casetta mia’. Diventerà ‘Romagna mia’ in sala d’incisione: con la ‘magica’ parola Romagna al posto di Casetta nei ritornelli della canzone. Perché? Perché c’era già una canzone chiamata ‘Casetta mia’ scritta, sin dal 1943 da Giovanni D’Anzi e registrata dell’ onnipresente SIAE, la Società Italiana diritti d’autore. Il musicologo Dell’Amore fornisce al riguardo un’altra testimonianza importante: quella di Carlo Ferrini, musicista faentino e buon amico di Secondo Casadei che suggerì al collega l’opportunità di cambiare titolo (e tema conduttore) di quel piacevole valzer romagnolo. A questo punto torna alla mente l’arguta definizione di Balzac, grande scrittore: ‘Il caso è il più grande degli artisti’. Pensateci: se quel brano musicale fosse rimasto ‘Casetta mia’ avrebbe riscosso lo stesso perdurante successo? Certamente no. ‘Romagna mia’ nacque dunque per caso? Non solo e non del tutto. Fu una felice intuizione: capita agli artisti d’essere, talvolta, rabdomanti. Tanto più che quando Secondo Casadei - che amava molto la sua e nostra terra- compose il nascente romagnolo il culto della romagnolità (oggi vigente) a metà degli anni ’50 era ancora in fasce. La piadina allora era solo una curiosità contadina locale, mica compariva sui menù alberghieri della riviera.

Altro esempio, tra i molti possibili: in quegli stessi anni si sviluppava impetuosamente la località balneare signorile di Milano Marittima nella pineta di Cervia; mica si chiamava Romagna Marittima, ma Milano Marittima al fine di richiamare i clienti danarosi del nord Italia. Anche Riccarda Casadei, figlia di Secondo e fedele custode del patrimonio musicale paterno, conferma la felice casualità della nascita di ‘Romagna mia’. Ma aggiunge altre chicche, tra cui la testimonianza di Ennio Morricone quando le disse: ‘’Romagna mia è un piccolo gioiello: Secondo Casadei era un compositore spontaneo, uno spirito libero che catturava le note che erano nell’aria…’. Da qui il successo non solo nazionale ma internazionale di questa canzone. La conosceva e la cantava anche papa Woytila che ne cambiava i versi mutandoli in ‘Polonia mia, Polonia in fiore’: a conferma della versatilità di questo valzer che racconta in musica l’amore d’ognuno per le proprie radici. Vanno citate, infine, altre versioni stavolta invereconde e volgarotte di ‘Romagna mia’: quelle cantate sguaiatamente dalla tifoserie ultrà delle squadre avversarie del Cesena, durante le partite allo stadio. Ma quelle canzonacce sono solo invidia: quei ‘tifosi’ mica hanno un valzer come ‘Romagna mia’, quale inno della loro squadra del cuore…