Tutti a casa, con un’assoluzione di fatto ma non nel merito. Il giudice del tribunale di Forlì, Sonia Serafini, ha dichiarato l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione per 19 imputati alla sbarra per aver organizzato ronde anticrimine illegali. Una contravvenzione che ha trovato il muro della prescrizione a 5 anni dai fatti. A gennaio del 2018 un gruppo di attivisti di Forza Nuova, tra i 27 e i 71 anni, residenti in Romagna, inizia a pianificare delle ronde organizzate per dare ‘più sicurezza ai cittadini’ al posto delle forze dell’ordine. Il gruppo pubblicizzava con immagini sui social ronde notturne nei punti ritenuti più critici e pericolosi per la presenza di criminalità e stranieri dediti allo spaccio. Questa la motivazione che spinge gli inquirenti a indagare sulla presunta violazione di legge sulla pubblica sicurezza che stabilisce che ‘senza licenza del prefetto è vietato prestare opere di vigilanza in luoghi pubblici o privati’. Erano uniti contro la criminalità, ma si comportavano da ‘criminali’.
Il gruppo organizzava ‘passeggiate per la sicurezza’. Viaggiavano nelle tratte ferroviarie delle stazioni di Cesena, Forlì, Rimini e Faenza e negli autobus romagnoli, in particolare nella tratta Cesena-Forlì, con lo scopo di monitorare le bande di teppisti e di immigrati che, a sentir loro, spadroneggiavano nei mezzi pubblici. Indossavano magliette scure con le scritte ‘Forza Nuova Romagna’ e monitoravano i centri cittadini per mettere in fuga le bande di spacciatori e senzatetto. I luoghi visitati e controllati da questa banda di improvvisati paladini della giustizia, oltre le stazioni erano i centri abitati di Forlì, Cesena, Rimini, Faenza, la zona di Ponente di Cesenatico, le Balze di Verghereto e la zona Ca’ Ossi a Forlì. Le ronde cittadine venivano accompagnate da dichiarazioni esplicite: "Le istituzioni hanno scelto di abbandonare i cittadini al loro destino chiudendo occhi e orecchie sul tema della sicurezza – scrivevano -. Per questo motivo i nostri militanti continuano a monitorare le strade e i quartieri più degradati della citta". E ancora: "Forlì e Cesena sono luoghi dove spaccio, degrado e insicurezza sono all’ordine del giorno tanto da costringere alcuni commercianti ad abbassare la saracinesca dei loro locali prima del tramonto. A Cesenatico vigiliamo nella zona delle ex colonie, ricettacolo e dormitorio di criminali di importazione".
Le persone finite alla sbarra erano state militanti di Forza Nuova, poi allontanatisi dal partito. L’attenzione delle forze dell’ordine in quel periodo era altissima, perché proprio in contesti di ronde per la sicurezza organizzate nel Lazio si era verificato un omicidio colposo. Il giudice per le indagini preliminari di Forlì ha inizialmente, con decreto penale di condanna, stabilito pene pecuniarie per i 23 indagati tra i 750 e i 1.250 euro, ma 19 di loro hanno fatto opposizione affrontando così il processo. A difendere 18 imputati l’avvocato Mario Giancaspro di Perugia, mentre un imputato era difeso dall’avvocato Riccardo Luzi. Gli imputati sono quattro di Cesena (di 29, 47, 52 e 54 anni), un 71enne di Savignano, due di Forlì (di 41 e 47 anni), un 46enne di Predappio, un 48enne di San Marino, sei di Rimini (uno di 35 anni, due di 36 anni, e gli altri di 41, 47, 54 anni), due di Ravenna (di 27 e 48 anni), un 44enne di Faenza e un 47enne di Imola.