di Andrea Alessandrini
Si fondono le note di Romagna mia’ e il grido ’Presidente’ nel’ovazione che accoglie il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poco prima di mezzogiorno alla scuola don Milani in zona Ippodromo. Proveniente in automobile da Forlì, dopo essere stato in elicottero a Modigliana, fa tappa a Cesena, la terza di sei nel territorio romagnolo martoriato dall’alluvione e delle frane. Al suo fianco il sindaco Enzo Lattuca e il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, con le scolaresche assiepate fuori dalla cancellata del cortile dove è appoggiata una bandiera tricolore. Al di là della recinzione è in fermento lo stuolo de i volontari dell’alluvione, meta della visita.
La palestra e la mensa della don Milani dal 16 maggio sono divenute centro di consegna dei viveri e generi di prima necessità alle famiglie alluvionate nonché uno dei quartieri generali dei volontari. Un profluvio di applausi, cori e canti: "Un due tre, viva il presidente" hanno ripetuto gli scolari. I convenuti in via Coppi nella zona attigua al Carisport erano circa trecento. Poco più di un quarto d’ora dura la visita del presidente. Quella del 2 maggio piovoso era stata in bianco e nero. Ieri cielo azzurro terso, giubbini catarifrangenti gialli dei volontari, arancioni dei dipendenti comunali dislocati nella struttura. "Grazie, coraggio, complimenti", le parole chiave di Mattarella. Incoraggio anche Enzo Cappelletti presidente delle ’Cucine popolari’ travolte dalla fiumana. Srette di mano, abbracci, sguardi puntati negli occhi. All’uscita, nel cortile un gruppo scout consegna a Mattarella una pettorina con scritto ’Tin bota’, gli stessi che avevano portatoo la piadinaalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen giovedì scorso in via ex Tiro a Segno. Gli scolari espongono un manifesto: "I care (ho cura)". Letizia Bisacchi, sindaca di Gambettola, dona al presidente una tela stampata romagnola.
"Come sta andando a Roncofreddo?",domanda al consigliere regionale Massimo Bulb che conosce da trent’anni. "La prima cosa che mi ha chiesto il Capo dello Stato –dirà poi il sindaco Enzo Lattuca –è stata la condizione della Biblioteca Malatestiana che aveva visitato il 2 maggio. Temeva avesse subito danni. Sono orgoglioso che abbia visto di quale pasta è fatta Cesena". Michela Ghetti, dipendente comunale, è raggiante come la giubba arancione:"L’incontro con il presidente? Da far accapponare la pelle".