L’idea ’giniale’ dell’Officina Lugaresi

La bevanda alcolica, il gin prodotto dal cesenate, è già sbarcata in Oceania e sarà presto in altre parti d’Oriente con un nuovo ingrediente

Migration

di Maddalena De Franchis

"Gin Primo continua a il suo viaggio intorno al mondo: quasi un anno dopo essere giunto in Africa, la seconda tappa è l’Oceania".

È così che il cesenate Federico Lugaresi, vulcanico artefice della Premiata officina Lugaresi, racconta le ultime avventure della sua creatura Primo, ‘il gin che nasce in Romagna e arriva lontano’ - come lui stesso ama definirlo. E di strada ne ha fatta davvero questo gin di Lugaresi.

La collezione degli spiriti creati da Lugaresi, un lungo passato nel settore della ristorazione e ‘alchimista’ da circa sei anni, si arricchisce così di un’altra etichetta, questa volta ispirata ai viaggi del leggendario esploratore James Cook.

Lugaresi, quali sono le caratteristiche di Gin Primo Oceania?

"Ho immaginato il mio alter ego Primo arrivare in Oceania come fece il capitano Cook, trovandosi circondato da una natura spumeggiante, fatta di fiori coloratissimi e sconosciuti, e da popolazioni custodi di una cultura antica: i Maori e gli Aborigeni. Un mondo tutto da scoprire, con una gamma di fragranze inedite da imbottigliare".

Il nome Primo da dove è nato?

"Il nome Primo deriva da una vechhia usanza romagnola di chiamare con questo nome il primogenito maschio. Così è nata l’idea, grazie a mia moglie Benedetta, di chiamarlo Primo. Anche perchè è il primo gin ada ver utilizzato il sale come botanica".

Il filo rosso del gin sbarcato in Oceania, come per l’intera gamma Gin Primo, è ancora il sale.

"Sale di Romagna per il capostipite Gin Primo, di Namibia per Gin Africa e, questa volta, sale del Murray River, proveniente dalle saline dell’omonimo fiume. È ricco di minerali e soprattutto di carotene (derivante da alcune alghe presenti nelle sue acque), sostanza in grado di conferire un delicato color albicocca. Le note saline sono imprescindibili per i miei gin: vuole mettere, brindare con il profumo del mare?".

Oltre, naturalmente, al ginepro, che è da sempre l’ingrediente principale.

"Il sentore balsamico del ginepro si percepisce immediatamente, poi scatta un crescendo esplosivo di agrumi: dal cedro al pompelmo rosa, fino al ‘finger lime’, anche detto ‘caviale di limone’. È un frutto di origine australiana, dal sapore simile al limone e con proprietà spiccatamente digestive".

Perché questo è un gin particolarmente adatto all’estate?

"Per la sua freschezza. E’ ottimo nelle serate calde d’estate, per un gustoso aperitivo in compagnia e affiancato da una battilarda ricca di prelibatezze culinarie. Io consiglio di berlo come gin tonic (mixato alla tonica Bianchina, altra creatura di Lugaresi, ndr), al tramonto, con qualche conchiglia sul tavolo e dei fiori eduli nel bicchiere, per immergersi appieno nelle atmosfere calde e suadenti dei Mari del sud".

Le lunghe peregrinazioni non riescono, tuttavia, a sradicare del tutto Gin Primo dalla sua terra d’origine. Quale piatto romagnolo abbinerebbe al gin tonic appena consigliato? "Vuole l’abbinamento e la location perfetti? Una piada con sardoncino scottadito, radicchio e cipollotto, gustata sul porto canale di Cesenatico, in una sera di mezza estate".

Quale sarà la prossima destinazione di Primo?

"Cesena è splendida; è la città dove sono nato e naturalmente sono attaccatissimo alla mia terra. Proprio per questo sono molto orgoglioso per il successo che ha avuto questa creazione in Romagna. Ma devo ammettere che anche il resto del mondo non è per niente male (ride, ndr).

Gin Primo è già pronto per un altro viaggio oltre oceano. Quale sarà questa volta la nuova destinazione?

"Presto, Gin Primo partirà da Fontana Masini per esplorare, questa volta, i misteri d’Oriente. Siamo già al lavoro su Gin Asia, ma non posso anticipare nulla: la ricetta, per ora, è top secret".