Lorenzo Gasperoni: "Ora vivo in Portogallo: solo di avvocati ho speso 240mila euro"

Ex assessore nel Cda della finanziaria pubblica, era stato condannato in primo grado

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Leonardo Gasperoni, 76 anni, ex consigliere di amministrazione di Sapro, ex assessore comunale, è andato a vivere in Portogallo all’inizio del 2018.

Dove abita Gasperoni?

"Le sto parlando da Tavira, in Algarve, Portogallo nel Sud vicino al confine con la Spagna. Mi sono trasferito qui con mia moglie, ho comprato casa e ho venduto l’appartamento di Cesena".

Come ha appreso lì del verdetto definitivo di assoluzione della Cassazione che ha messo la pietra tombale sulla bancarotta?

"Dall’avvocato".

Ha brindato?

"No, c’è ancora il civile: la sentenza della Cassazione a fine anno e poi ci sarà il ricorso da parte di chi non troverà soddisfazione. Non è finita, ’sta storia"

Ha influito la vicenda di Sapro, dopo la la condanna in primo grado e tutto quello che ha comportato, nella scelta di emigrare?

"No. Avevamo deciso ben prima di fare questa scelta. Eravamo incerti tra Olanda e Portogallo. Qui il clima è meraviglioso, si mangia meno pasta e pane, io ne traggo giovamento. Mia figlia lavora in Lussemburgo come interprete alla Ue ma pensa di venire a vivere qua".

Come l’ha segnata questa vicenda?

"Questi anni sono stati pesanti, psicologicamente ed economicamente. Non mi sono fatto ragione della condanna in primo grado, non ho mai capito i profili di colpa. Un tormento. Finora, solo di avvocati, ho speso 240mila euro".

Confida di essere rifuso?

"Nel civile speriamo di sì, se le cose andranno bene".

Come vivete in Portogallo?

"Bene. Riposo, natura, ritmi lenti, volontariato, attività culturali. Ho scritto anche della Biblioteca Malatestiana in un giornale locale".

Parla il portoghese?

"Mi faccio capire"

Torna ogni tanto a Cesena?

"Una o due volte all’anno. Siamo rimasti finché erano vive le mamma mia e di mia moglie, poi siamo partiti".

È in contatto con qualche cesenate?

"Mi sento spesso con Leonardo Belli, anche lui una vittima di questa storia di Sapro, ma parliamo d’altro: dialetto e cultura".

Andrea Alessandrini