RAFFAELLA CANDOLI
Cronaca

Luis, la doppia vita del cacciatore d’arte

Dai lavori umili nel dopoguerra alle frequentazioni con i vip nei salotti romani e milanesi: l’avventura di Luigi Mercuriali

Luis, la doppia vita del cacciatore d’arte

Luis, la doppia vita del cacciatore d’arte

È una tra presenze più gradite dell’Officina dell’arte di Angelo Fusconi, da trattare con il rispetto che meritano i suoi 90 anni, e l’ammirazione per le sue competenze in campo pittorico. Lui è Luigi Mercuriali, per gli amici Luìs: passo lento, ma mente fervida, ricordi vividi, un prodigio nei calcoli matematici e guidatore tuttora patentato della sua fida Punto. Ha una vita che non t’aspetti, il simpatico Luìs, dall’aspetto bonario del nonno che non è mai diventato. Luigi, che per via dello scoppio della guerra non ha ultimato la quinta elementare, vanta conoscenze importanti, da quelle attuali come Sgarbi, Giovanni Faccenda, Paolo Orler, a quelle passate con i grandi pittori del ‘900 italiano, tra i quali i cesenati Sughi, Cappelli (col quale si è poi imparentato, sposandone la cognata Teresa Silvestrini), Caldari, Teodorani, Piraccini, Jole Ambrosioni. Ha frequentato i salotti milanesi e romani e le gallerie più prestigiose, ma soprattutto possiede e ha trattato opere d’arte di straordinario valore.

"Credo di avere la pittura nel mio Dna – commenta Luìs, con l’aria sorniona sotto la coppola che gli fa ombra agli occhi vispi -, da bambino bastava vedessi una scrostatura su di un muro che ne ricavavo un disegno col carbone. Ho però capito di avere modeste capacità, meglio ammirare dipinti di chi ne ha davvero le doti". Ripercorriamo il suo passato fatto anche di lavori umili e sempre diversi: sfollato a 12 anni con la famiglia a Gattolino, s’ingegna nella vendita di lupini, a cavare sabbia dal fiume, garzone da barbiere, ad aiutare i contadini. Più grandicello a fare il maniscalco, poi il carrozziere e infine e con innata capacità il marmista, prima come apprendista e poi con laboratorio a Porta Santi prima, alla Barriera e infine nei pressi della chiesa dell’Osservanza. A 20 anni, è il 1953, risiede a Ponte Pietra, "quando – racconta – proprio vicino alla mia abitazione Cappelli costruisce la sua nuova casa. E io resto incantato dai murales che dipinge sulle pareti esterne: tacchini, animali da cortile, capre. Attacco bottone e dopo qualche giorno sono a Milano a vedere la sua mostra alla galleria Bergamini: un successo, 40 quadri, tutti venduti".

Nel frattempo Luìs si documenta, studia i maestri del colore ed elabora il desiderio di possedere un quadro d’autore. S’imbarca in un’avventura breve, ma singolare: l’allevamento di cincillà, che gli frutta quanto basta per i primi investimenti e approfitta dei fine settimana per visitare mostre e gli studi di grandi artisti di allora: Guttuso, Migneco, Treccani, Maccari, Vespignani, Calabria, Mulas, La Barbera. Grazie agli amici pittori della "scuola cesenate" a Milano conosce Ferroni, Ossola, Martinelli, lo scultore Bodini. La cosa singolare, come se non lo fosse fin qui, è che il lavoro di marmista resta la sua professione, mentre diventa un punto di riferimento commerciale per collezionisti d’arte. Comincia a fare il periziatore e ad avere una "doppia vita", perché quando è nei salotti della capitale incontra attrici quali Giovanna Ralli, Florinda Bolkan, Monica Vitti, i registi Scola, Lizzani, Olmi, il giornalista Sergio Zavoli, Moravia e Dacia Maraini. In occasione di mostre si incarica di reperire presso i possessori, i quadri che servono per gli allestimenti. "Un quadro più di altri che ho posseduto e ora rimpiango perché di proprietà di un imprenditore locale – riflette Luìs - è quello che io chiamo La bicchierata, dipinto da Sughi, di grandi dimensioni e ritrae dei politici ad un ricevimento". Oggi Luìs affianca l’amico Angelo nella ricerca di pezzi interessanti nelle aste online, anticipando il banditore nelle valutazioni e nelle caratteristiche dell’opera".