Malasanità Cesena, anziano ‘piagato’ dal materasso. Richiesta danni alla clinica

I familiari di un 77enne ricoverato per un mese fanno causa alla struttura "Allettato e immobile, ha riportato ulcere dolorose nella schiena"

Un anziano ricoverato in una struttura sanitaria (repertorio)

Un anziano ricoverato in una struttura sanitaria (repertorio)

Cesena, 2 marzo 2023 – Un materasso scomodo, talmente scomodo da spingere a sollevare una diatriba sfociata dentro un’aula del tribunale. E’ ancora una volta un caso di malasanità che ha scatenato una battaglia giudiziaria davanti al tribunale di Forlì che vede contrapposti il dirigente di una casa di cura privata del Cesenate e i medici che vi lavorano, e i familiari di un uomo del Cesenate che all’epoca dei fatti (dicembre 2018) aveva 77 anni. Un conflitto iniziato perché l’anziano (ora deceduto) è stato ricoverato più di un mese nella casa di cura privata e durante la degenza gli sarebbe stato fornito un letto con un materasso troppo duro. Il ricovero, che lo vedeva allettato senza possibilità di alzarsi né di notte né di giorno, gli avrebbe procurato delle fastidiose piaghe da decubito nella schiena. Piaghe che si formano quando la pelle viene sfregata a lungo ed è sottoposta a pressioni prolungate. All’anziano si sarebbero formate queste ulcere nella pelle estremamente dolorose. Una sofferenza durata 35 giorni, tutto il tempo del ricovero nella clinica privata, che avrebbe provocato dei danni permanenti. I familiari dell’anziano, deceduto nel 2021 per malattie pregresse, avrebbero chiesto durante il ricovero nella struttura un letto più adatto, con un materasso ‘antidecubito’ e idoneo ad evitare le piaghe.

Le sofferenze lamentate dall’anziano sarebbero durate a lungo, anche dopo le dimissioni dalla struttura. L’uomo è morto tempo dopo per altre patologie e i parenti hanno chiesto il risarcimento dopo 4 anni dai fatti. L’anziano la sera del 30 dicembre 2018, volto da improvviso malore, viene ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale con decadenti condizioni generali e insufficienza renale cronica. La degenza si protrae per 35 giorni fino al febbraio 2019. Le carte della querelle giudiziaria cominciano a ‘volare’ quando i familiari depositano una denuncia per lesioni colpose presso la procura della repubblica: ne esce un procedimento penale sul quale viene posto il timbro dell’archiviazione dal giudice delle indagini. A quel punto restava inesplorato il versante civilistico e i parenti aprivano, assistiti dagli avvocati Irene D’Agata e Fabrizio Bellavista, nuovamente le ostilità avviando un ricorso perché venisse disposta una perizia preventiva con finalità conciliative. Ad assistere i medici della casa di cura privata l’avvocato Nico Bartolucci, costituitosi in giudizio. Ora è stato nominato un consulente del giudice per accertare un’eventuale responsabilità dei sanitari e stabilire l’entità del danno permanente (come chiesto dagli avvocati) a carico della vittima.