Mamma Ebe oggi, prosciolta nel processo Onda Marina

Anche altre otto persone prosciolte dall’accusa di aver ostacolato l’attività del gestore del porto turistico

Mamma Ebe

Mamma Ebe

Cesena, 24 aprile 2019 - A 29 anni di distanza dal fallimento di Onda Marina, la società che gestiva il porto turistico di Cesenatico, ci sono ancora strascichi giudiziari. Dalle denunce e dagli esposti di Gaetano Astolfi, l’imprenditore di Bellaria che nel 1990, attraverso la società Cost to Coast Investimenti, si aggiudicò dal tribunale (pagando cinque miliardi di lire) la concessione del porto turistico dopo il fallimento della precedente gestione, nacquero due procedimenti penali distinti, uno dei quali è ancora in piedi, mentre l’altro si è chiuso pochi giorni fa con l’archiviazione al termine delle indagini preliminari.

Subito dopo l’aggiudicazione del porto turistico iniziarono i problemi giudiziari perché numerosi proprietari di imbarcazioni che stazionavano a Onda Marina rivendicarono dal nuovo proprietario il diritto all’ormeggio sostenendo di aver pagato alla precedente gestione il canone di subconcessione per 50 anni, fino al 2025. Invece Astolfi rivendicava il pagamento di un nuovo canone ritenendo che gli accordi stipulati con la precedente gestione fossero estinti col fallimento della società Onda Marina, avvenuto nel 1990.

Nel gruppo degli assegnatari dei posti barca che volevano far valere i loro presunti diritti, e per questo costituirono l’Associazione Diportisti Cesenatico, ma si ritrovarono nello scomodo ruolo di indagati e imputati, c’è anche Ebe Giorgini, 86 anni, più conosciuta come ‘Mamma Ebe’ e ‘La Santona’ per le sue attività di guaritrice mistica che l’hanno già portata in carcere. Ebe Giorgini, che ora vive a Santarcangelo, all’epoca era titolare del cantiere navale Stella Maris insieme all’ex marito e disponeva di alcuni posti barca. Insieme a ‘Mamma Ebe’, difesa dall’avvocato Giovanni Maio di Cesena, si ritrovarono imputati o Sergio Mercuri di Perugia, i cesenati Cristina Prevedi e Carlo Guiducci, Raffaella Casadio e Cinzia Zeri di Bologna, il forlivese Renzo Zavatta, e Jolanda Cannatà di Aosta, difesi dall’avvocato Marco Martines di Forlì.

Il procedimento archiviato nei giorni scorsi riguarda i reati di associazione per delinquere e turbata libertà dell’industria o del commercio era già stato oggetto di archiviazione, poi annullata dalla Corte di Cassazione, e quindi è ripartito dalle indagini preliminari. Secondo Gaetano Astolfi, assistito dall’avvocato Guido Todaro di Bologna, i proprietari di imbarcazioni avevano costituito la società a responsabilità limitata ‘Diportisti Cesenatico’ al solo fine di acquisire a costo zero l’approdo turistico di Cesenatico strappandolo alla sua ‘Coast to Coast’, ma la procura della Repubblica, rappresentata dal pubblico ministero Lucia Spirito, aveva già chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, ma Gaetano Astolfi si era opposto e c’è stato un supplemento d’indagini al termine del quale la procura ha presentato una nuova richiesta di archiviazione che il giudice per l’udienza preliminare Giorgio Di Giorgio ha accolto.

E' ancora in corso, invece, l’altro procedimento giudiziario che vede alcuni diportisti imputati di falso e frode perché avrebbero contraffatto i contratti e le ricevute della società Onda Marina che attestavano la concessione dei posti barca fino al 2025. Il processo ha subito contraccolpi per la sostituzione di un giudice e le accuse potrebbero finire in prescrizione.