Manca il magazzino per i libri

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Riccardo

Caporali*

È molto importante che si completi la ristrutturazione degli spazi della Biblioteca Malatestiana. Mantengo però tutte le mie riserve sulla variazione della destinazione di questo terzo lotto, decisa nella passata sindacatura. Il progetto originario prevedeva la realizzazione del magazzino dei libri: una soluzione tecnicamente all’avanguardia e che avrebbe dato risposta per i prossimi cinquant’anni al bisogno strutturale di spazio per la conservazione e la gestione del patrimonio libraio. Con una buona dose di incompetenza e superficialità si decise di soprassedere, lasciando così insoluto proprio il primo problema da cui era partita l’esigenza della "Grande Malatestiana": una scelta che chi verrà dopo di noi continuerà a rimproverarci finché non si troverà una soluzione adeguata.

Nessuna biblioteca mantiene il deposito dei libri fuori dai suoi spazi, se non per motivi particolari e contingenti. Il risultato è che a tutt’oggi il Comune paga l’affitto (circa 70mila euro) per un locale esterno, con gravi ritardi nel prestito e nella consultazione.

Un altro limite è l’aver concentrato, negli spazi della Biblioteca, attività che non le sono pertinenti. La convivenza con il Centro Cinema, soprattutto, nuoce ad entrambi gli istituti. La stessa amministrazione comunale sembra esserne consapevole, nel momento in cui pensa di realizzare un “Centro dell’immagine tecnologica” al San Biagio. Una bella prospettiva, che richiede però da subito progetti e risorse e l’aumento del personale, ridotto a un dipendente che pur tiene alto il prestigio del centro. La questione del personale riguarda anche la biblioteca: si è troppo assottigliato il numero dei dipendenti assunti in pianta stabile, e troppo ampio è diventato quello degli esterni. Avere giustamente deciso, a suo tempo, di tenere unite la sezione antica e quella moderna rappresenta una sfida complessa. La Malatestiana è un corpo vivo, in continua espansione, che dalla sala del Nuti alla sezione ragazzi moltiplica l’esigenza degli spazi per le tante attività. Gli uffici dell’assessorato, infine, devono rientrare al più presto in Comune, non solo per liberare locali della biblioteca. Ma per riportare la cultura, anche emblematicamente, nel luogo per eccellenza delle decisioni politiche.

* (Articolo 1)