Mancano lavoratori stagionali Gli operatori studiano soluzioni

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La carenza di forza lavoro è una priorità, visto che mai come in questa primavera si registra la mancanza di maestranze stagionali. I motivi sono vari ed in particolare fra i primi c’è il fatto che i dipendenti non sono più disposti a lavorare diverse ore al giorno senza giorno di riposo, anche se soltanto per tre o quattro mesi all’anno; chiedono di fare i turni, vogliono alloggi decorosi e salari adeguati alle mansioni svolte. Un’epoca è terminata ed occorre un cambio di marcia altrimenti gli imprenditori saranno sempre più in difficoltà. Dall’analisi della stessa Adac Federalberghi (nella foto il tesoriere Alfonso Maini) emerge che c’è bisogno di una forte revisione, di un cambiamento, perché il metodo che si utilizzava negli anni ’60 non funziona più e la riviera non è più appetibile. Se non si cambierà approccio, ci saranno sempre meno lavoratori stagionali e gli alberghi saranno costretti ad avvalersi di scarsa professionalità, perché i lavoratori cosiddetti ’bravi’ andranno altrove. Gli albergatori devono dunque mettersi in gioco e studiare nuove soluzioni.

La richiesta alle istituzioni è la riduzione cuneo fiscale per abbassare i costi di gestione, ripristinare la Naspi, l’indennità di disoccupazione, per rendere più appetibile il lavoro stagionale e avere un apprendistato più accessibile. Gli albergatori si rivolgono anche alla regione Emilia-Romagna per favorire gli accordi con le scuole e con l’Università, dove poter attingere manodopera, e la definizione di meccanismi per agevolare ulteriormente l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Fra le idee degli operatori turistici di Adac c’è anche l’organizzazione di una grande banca dati tra le associazioni, per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, a cui il nuovo direttivo sta già lavorando.

g.m.