Manifestazione Cesena: in piazza contro mascherine e restrizioni

Un centinaio di manifestanti in piazza. L’infermiera-coraggio li contesta: "La gente muore, portate rispetto"

La manifestazione in piazza della Libertà. Molti senza mascherina, provenienti da fuori

La manifestazione in piazza della Libertà. Molti senza mascherina, provenienti da fuori

Cesena, 22 novembre 2020 - Tante proteste e poche mascherine. Del centinaio di persone che ieri mattina in piazza della Libertà hanno partecipato alla manifestazione ‘No paura Day’, una trentina non indossavano le protezioni del viso rese obbligatorie anche all’aperto dalle disposizioni governative in tema di contenimento del rischio di coronavirus. Sono state individuate dalle forze dell’ordine che presidiavano la zona e che anche attraverso le immagini riprese, nelle prossime ore inizieranno l’iter che potrebbe portare alla loro identificazione e all’emanazione di sanzioni. Il gruppo di manifestanti, in buona parte arrivati da fuori Cesena, non ha contestato l’esistenza del virus, ma piuttosto gli impatti arrecati sulla popolazione. Le argomentazioni sono state tra le più disparate e spaziavano tra quelle di chi insisteva sul fatto che la maggior parte dei casi non sono gravi a quelle di chi sosteneva che l’utilizzo di una mascherina non può essere un obbligo ma piuttosto una eventuale scelta. Nel caso specifico sostituita da una sorta di amuleto risalente alla cultura dei popoli del centro America. Tra chi invocava la ‘quinta dimensione’, chi tracciava paragoni con la fede e i tanti che se la sono presa col mondo dell’informazione, giudicato responsabile di diffondere notizie infondate e allarmistiche sul virus, c’è anche chi ha puntato il dito contro la categoria dei medici, arrivando a ipotizzare la falsificazione di certificati di morte pur di dar credito alla paura dei contagi. Per un attimo al microfono ha provato ad avvicinarsi una donna di passaggio in zona, che è stata immediatamente allontanata, ma che a pochi passi di distanza, visibilmente emozionata, ha voluto portare la sua testimonianza: "Sono un’infermiera, quello che dicono loro non è vero. Dovrebbero portare più rispetto, per noi ma soprattutto per i morti. Quelle povere persone che tante volte ho dovuto fotografare un ‘ultima volta per mostrare il loro viso ai cari che da casa, piegati dal dolore, ci chiedevano un ultimo saluto". In effetti il tema della morte non è stato negato dal gruppo dei manifestanti, tanto che in particolare uno di loro ha dichiarato di aver perso parenti stretti e cari amici, continuando però a rifiutare di credere all’altissima pericolosità del virus.