Marco Pantani, la escort smentisce il racconto del tassista

La cubista non ha confermato la storia di ’Mario’: la Procura di Rimini nei prossimi giorni sentirà altri testimoni in attesa di un svolta

Marco Pantani e l'esterno del residence 'Le Rose'

Marco Pantani e l'esterno del residence 'Le Rose'

Cesena, 29 maggio 2022 - I dubbi degli inquirenti. Le versioni contrastanti dei testimoni. La nuova inchiesta (la terza) sulla morte di Marco Pantani prosegue, ma ci sono ancora tante domande che restano senza risposta. Soprattutto dopo che è stata interrogata una delle due ballerine che, secondo le rivelazioni del tassista Mario quella mattina del 14 febbraio, poche ore prima della morte del Pirata, sarebbero salite in camera da lui. In un’intervista a Le Iene del novembre scorso, il tassista aveva raccontato di aver accompagnato all’hotel Le Rose due ragazze, la ’Donni’ e la ’Dani’ (Donatella e Daniela). Due cubiste che lavoravano in alcune discoteche della Riviera e che, occasionalmente, facevano anche le escort.

Era stata Tonina Belletti, la madre di Pantani, a insistere affinché venissero ascoltate dagli inquirenti il tassista e le due ragazze. Lo scorso 13 febbraio Mario era stato interrogato per tre ore dai carabinieri del nucleo investigativo, a cui la Procura di Rimini ha affidato la nuova indagine sulla morte di Pantani. Il tassista aveva confermato il suo racconto: la mattina del 14 febbraio aveva portato le due ragazze all’hotel Le Rose, ma non era salito con loro nella stanza 5D dove alloggiava il Pirata. Daniela e Donatella, stando alla sua versione, sono rimaste dentro per un po’ e poi sono scese, con in mano un maglione verde e un marsupio.

Il racconto di Mario è stato attentamente vagliato dai carabinieri, che qualche giorno fa hanno deciso di risentirlo. Nel frattempo è stata trovata e interrogata anche una delle due donne (l’altra è morta) che quel giorno il tassista avrebbe accompagnato da Pantani. Lei ha raccontato di non aver avuto alcun rapporto con il Pirata. Insomma, le cose non sarebbero andate come ha raccontato Mario.

La Procura di Rimini nei prossimi giorni ascolterà altri testimoni. Alcuni sono stati, ancora una volta, ’suggeriti’ da mamma Tonina e dai suoi avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi. Resta massimo il riserbo, da parte degli inquirenti, sull’andamento dell’inchiesta. Ma l’impressione è che la Procura voglia arrivare il prima possibile a una svolta. La certezza è che il cuore del campione di Cesenatico si è fermato la mattina del 14 febbraio 2004, tra le 11,15 e le 12,45, per un mix fatale di cocaina e farmaci antidepressivi. Resta ancora da capire se quel giorno c’era davvero qualcuno con il Pirata quando è morto.