’Marless’, funziona la rete che elimina i rifiuti dal mare

Terminata la sperimentazione del progetto con il mezzo a bordo delle barche ’Rimas’ e ’Michela’. Raccolte bottiglie ed imballaggi di plastica

Migration

di Giacomo Mascellani

A Cesenatico è terminata la sperimentazione del progetto ’Marless’, per pulire il mare dai rifiuti. L’iniziativa è stata seguita dalla Fondazione Cetacea di Riccione con la collaborazione dei pescherecci ’Rimas’ e ’Michela’ di stanza nel porto cesenaticense. I comandanti delle due barche, Massimo Rossi e Massimo Bottacchiari, hanno installato una rete speciale che è stata testata per la prima volta, nell’ambito del piano europeo di cooperazione transnazionale Interreg Italia-Croazia Marless. Si tratta di una rete a strascico ideata per pescare esclusivamente i rifiuti ed è una innovazione assoluta. I pescatori da qualche anno a questa parte vengono definiti gli ’spazzini del mare’, come sottolinea Alice Pari della Fondazione Cetacea, perché durante le loro uscite, oltre al pescato riportano a terra parecchi quintali di rifiuti marini. Questi rifiuti sono definiti ’marine litter’ e con questo termine si identificano tutti quei materiali solidi costruiti e utilizzati dall’uomo, poi dispersi in ambiente marino, come bottiglie e imballaggi di plastica. Sono rifiuti la cui presenza può causare danni agli organismi e agli habitat marini, oltre a provocare problemi anche economici.

Grazie alla cooperazione tra partner italiani e croati, attraverso il progetto Marless (Marine litter cross-border awareness and innovation actions), si potrà studiare la presenza di questi rifiuti in Adriatico e le diverse fonti di tali inquinanti, ma anche mettere in atto iniziative per ridurre gli impatti ecologici, sociali ed economici dei rifiuti stessi.

Il progetto consiste in attività di campionamento, di sensibilizzazione e di sperimentazione di nuove metodologie per rimuovere e trattare i rifiuti marini. Queste azioni pilota includono l’utilizzo di ’seabin’, droni, barriere fluviali e azioni di pesca dei rifiuti, coinvolgendo i pescatori professionisti.

Proprio il porto di Cesenatico ha tenuto a battesimo l’attività di pesca dei rifiuti, che poi proseguirà con il coinvolgimento della marina di Rimini. Grazie alla disponibilità dei comandanti Rossi e Bottacchiari, si è potuto sperimentare una speciale rete a strascico che evita la cattura dei pesci, trattenendo i rifiuti marini. I dati preliminari mostrano che il 90% dei rifiuti è costituito da plastica, di cui le retine per l’allevamento dei mitili rappresentano la categoria più frequente. I rifiuti recuperati vengono conferiti in un apposito contenitore messo a disposizione dal comune dopo essere stati smistati e catalogati dal personale della Fondazione Cetacea. I rifiuti sono poi ritirati dal personale della sede di Ravenna dell’Università di Bologna che è partner del progetto, e trattati tramite il processo di pirolisi, cioè di decomposizione termochimica, per creare nuovi materiali.