Cesena, 12 settembre 2023 – Si può fare. Comincia a prendere forma l’idea lanciata da Vittorio Sgarbi di realizzare una struttura in rete di metallo che ricostruisca la parte mancante del tempio romano emerso dagli scavi al centro di Sarsina. Per il momento c’è soprattutto l’entusiasmo e la volontà, ma l’ipotesi ha fatto anche qualche piccolo passo in avanti.

"Ho parlato con l’architetto Edoardo Tresoldi: è interessato all’opera. Verrà, vedrà, e poi ci consulteremo" dice il sottosegretario alla Cultura Sgarbi, che nei giorni scorsi è stato accolto con grande affetto dai sarsinati che lo hanno accompagnato a visitare lo scavo archeologico che mostra al cielo un grande basamento templare in lastre di marmo ancora non del tutto emerso.
Federico Tresoldi è il giovane architetto autore delle più strabilianti ricostruzioni, tra reale e virtuale, di alcune opere antiche che i secoli hanno portato fino a noi in forma incompleta. Esempio per tutte la basilica paleocristiana di Siponto, in Puglia. L’idea è di quelle che fanno innamorare, ma è un idillio che potrebbe infrangersi sui costi.
Sottosegretario Sgarbi, quanto potrebbe costare rifare in rete l’assetto originario del Capitolium emerso a Sarsina?
"Non sarebbe un’opera complessa come quella di Siponto. Per interventi simili al tempio si parla di 950mila euro, ma secondo me ce ne vorranno di meno. Basterebbe progettare una ricostruzione che preveda quattro lati di 8 e 16 colonne ciascuno più i timpani (ossia la superficie verticale triangolare racchiusa nella cornice del frontone, ndr). Sarebbe come avere il Rex di Amarcord. A Rimini hanno il Museo Felliniano, qui a Sarsina ci sarebbe un Amarcord ancora più suggestivo, un tempio romano come non si è mai visto".
Che ne dice Edoardo Tresoldi?
"Ora è impegnato in un’opera a Bari ma presto verrà a Sarsina, ne ha già parlato anche con il sindaco. Tresoldi è un artista ma opere come questa richiedono anche altre competenze e andrebbero assunte come metodo in diverse altre situazioni come la città greca, abbandonata, di Soane Morgantina, in Sicilia, purtroppo poco conosciuta rispetto ad altri importanti siti archeologici. Qui sarebbe più complicato, si dovrebbero ricostruire almeno cinquanta colonne e in Sicilia è tutto difficilissimo, c’ho messo 10 anni a ricostruire Piazza Armerina".
C’è il rischio che succeda altrettanto a Sarsina?
"Ancora per quattro anni sarò sottosegretario, mi impegnerò perché si possa realizzare in questo lasso di tempo. Del resto si tratterebbe di ricostruire poco più di quaranta colonne e i timpani. Sarebbe un’opera che realizza un corpo fisico e un corpo glorioso, che mostrerebbe tutta la sagoma del tempio in piena luce, con i volumi disegnati dalla rete che si lascia attraversare dalle nuvole e dal paesaggio".
Chi metterebbe i fondi?
"Se il ministero si impegnasse in questa soluzione sarebbe come adottare un modello di grande rilievo simbolico. Coinvolgerò anche il viceministro Galeazzo Bignami, molto vicino al sindaco di Sarsina Cangini, perché possa contribuire a creare questo sogno. Ovviamente ne parlerò anche con il ministro Sangiuliano che già conosce la situazione".