Mezzo secolo dell’esercito della pace

La ricorrenza dell’istituzione del Servizio civile celebrata alla Malatestiana con i ragazzi e le ragazze che stanno ultimando l’attività

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"Siamo un esercito che non fa rumore e non fa notizia, ma che ogni volta che serve c’è, ed è pronto a lavorare sodo per aiutare gli altri". Sono le parole con le quali Oscar Evangelisti dell’Arci si rivolge alla platea di ragazze e ragazzi seduti nell’aula magna della Malatestiana e alle prese con gli ultimi giorni della loro attività di servizio civile. Un impegno durato dodici mesi e che ai tempi della pandemia è stato particolarmente complesso. "Ricorrono i 50 anni di vita del servizio civile – commenta – e abbiamo utilizzato questo anniversario come un’occasione per riprendere una tradizione che prosegue da tempo e che il covid aveva interrotto: quella di incontrare gli esponenti dell’amministrazione comunale e di confrontarci con loro. In effetti la pandemia ha cambiato molte cose, togliendo quel contatto umano di ‘orientamento’ col quale iniziavano tutti i percorsi, ora sanciti da comunicazioni telematiche. Non è la stessa cosa e si vede. Come si avverte la mancanza degli incontri con le scuole. L’adesione resta comunque alta, alcune centinaia di ragazzi ogni anno nel territorio cesenate aderiscono al servizio civile, ma il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che tanti scelgono i percorsi di natura culturale, mentre l’ambito assistenziale passa in secondo piano. E questo è un grosso peccato, perché l’importanza di questo settore è cruciale, sia per il bene della comunità che per l’arricchimento di chi partecipa all’esperienza".

Evangelisti tratteggia anche la storia del servizio civile, soffermandosi pure sul fatto che la leva obbligatoria in Italia non è stata abolita, ma sospesa in tempo di pace: "Quanto può impiegare il tempo di pace a diventare tempo di guerra? Anche una sola notte. Chiedetelo alla popolazione ucraina. Tutto quello che compie chi sceglie il servizio civile serve concretamente a diffondere gli ideali della pace e a preservarla. Ci sono diritti e doveri da rispettare e una memoria di quello che è stato da non perdere. Tutto quello che voi avete fatto in questi mesi vi tornerà utile". Tra gli altri protagonisti della giornata, al microfono si sono alternati Paola Casara, presidente del Copresc, il Comitato Provinciale degli Enti del Servizio Civile, co organizzatore dell’evento insieme ad Arci, il sindaco Enzo Lattuca, l’assessora ai servizi sociali Carmelina Labruzzo, l’operatore del Centro per la Pace di Forlì Raffaele Barbiero e il fotografo cesenate Francesco Girardi, recentemente rientrato dal confine ucraino e in passato volontario del servizio civile, che ha raccontato la sua esperienza.