"Mi dia la bolletta", ma spesso è una tattica

La testimonianza: "Hanno citofonato parlando di riallineamento dei prezzi del gas. Volevano solo farmi cambiare gestore".

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di Elide Giordani

Atto primo. "Può aprire la porta che le devo consegnare un modulo?". "Grazie, lo metta pure nella buca delle lettere". "No, mi apra, devo consegnarlo di persona". "Beh, allora aspetti che scendo…". Ma non si fa in tempo ad azionare l’apertura elettrica che un uomo sui trent’anni è già a metà della scala.

Riaccompagnato con decisione all’ingresso spiega che occorre "riposizionare il prezzo del gas" e che per questo motivo ha bisogno di vedere una mia bolletta. Ovviamente non ha alcun modulo da consegnare. Chiedo se viene da parte del mio gestore, risponde che qualunque gestore deve ricontrattare il prezzo. "Se la vedrà il mio gestore, allora, non io…".

Il tizio s’innervosisce e quando dico che salgo a prendere la bolletta (ma in realtà intuisce che voglio verificare la faccenda), gira i tacchi ed esce sbattendo la porta.

Atto secondo. Poco dopo aver chiuso la vicenda esco per i fatti miei e scorgo la faccia perplessa del mio anziano vicino alle prese con lo stesso individuo: "Non si fidi, quest’uomo non sta facendo quello che dice. Probabilmente è solo alla caccia di nuovi clienti per il gruppo che rappresenta, e che non dichiara, e lei può ritrovarsi a sottoscrivere un contratto senza averne piena coscienza".

Il vicino ha l’aria di chi ha mangiato la foglia e ne approfitta per sbattergli la porta in faccia. E comincia il battibecco. "Lei cosa vuole, io sto facendo il mio lavoro…". "Voglio solo controllare la sua identità" e tiro fuori il mio cellulare, ma il badge che esibisce appeso alla camicia sparisce in una tasca, e partono le minacce "Se vedo la mia faccia sui social la denuncio". "No, piuttosto sono io che denuncio lei".

Atto terzo. Fortuna vuole che a pochi passi da li ci siano due vigili urbani. Spiego brevemente la faccenda e chiedo, se è possibile, di controllare le effettive intenzioni dell’uomo. L’occhio fisso su una targa in sosta vietata il vigile sta spiccando una multa, non mi guarda neppure. "Sì, va bene… Se abbiamo tempo ci andiamo dopo". Stop.

È la solita storia. La caccia spasmodica al cliente attuata da alcune società butta in strada individui con pochi scrupoli che si guadagnano il pane tra il lusco e il brusco.

Nulla impedisce che un marketing aggressivo venga a bussare alla porta ma l’approccio, e qualche volta la conclusione, non sono corretti, sanno di truffa. E i gestori si attrezzano.

"Nel caso in cui venga richiesto di visionare le bollette, precisiamo - dice Hera - che questi documenti contengono dati personali che per questo motivo il cliente non è tenuto a mostrare a nessuno". In caso di operatori che si classificano per conto di Hera "è possibile chiamare il Servizio Clienti Hera 800.999.500 e chiedere conferma rispetto al nominativo dell’addetto".

Anche Enel Energia invita le persone che nutrono qualche dubbio a verificare tramite il numero 800.900.860. E ancora: "Se qualcuno si presenta al domicilio a nome di Enel bisogna sempre chiedere di visionare il tesserino. Inoltre nessuno è autorizzato al controllo dei contatori, a riscuotere o restituire somme di denaro a domicilio per conto di Enel, né tantomeno a richiedere la visione delle bollette per presunte irregolarità".

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