Il giallo dell’orologio di Pantani: si fermò cinque ore dopo la morte

I consulenti della famiglia chiedono una perizia alla casa costruttrice

Marco Pantani

Marco Pantani

Rimini, 14 ottobre 2014 - UN ROLEX fermo alle cinque meno cinque. Era quello che Marco Pantani aveva al polso quando è morto, il 14 febbraio del 2004, al residence Le Rose. Ed è anche uno degli altri punti interrogativi su cui l’avvocato della famiglia del campione, Antonio De Rensis, ha chiesto agli inquirenti di fare chiarezza. Nel frattempo, la sezione di polizia giudiziaria della Procura, ha già cominciato a sentire testi importanti. Come Michael Mengozzi, il migliore amico di Marco, il dottor Giovanni Greco che ha seguito il Pirata nel suo calvario con la cocaina, e il titolare del residence dove si consumò la tragedia.  I DUBBI sottolineati nell’esposto da De Rensis, hanno alla base la perizia del professor Francesco Maria Avato, il quale ha concluso che ci sono troppi nodi controversi non presi in considerazione nella prima inchiesta, come ad esempio le escoriazioni sul corpo di Pantani, la quantità di droga ingerita, troppo elevata perchè si sia trattato di in gesto volontario, oltre a una ‘scena del crimine’ che a loro giudizio non è stata analizzata con troppa attenzione. Uno dei punti è l’orologio, e su cui hanno già chiesto alla Rolex di effettuare una sorta di perizia che consegneranno in procura nei prossimi giorni. Era fermo alle 5 meno 5 perchè aveva preso un colpo che aveva rotto il bilanciere, e loro sono più propensi a credere che si trattasse delle cinque del pomeriggio. Ma l’ora della morte è stata stabilita in un lasso di tempo tra le 10,45 e le 12,30, quindi il loro sospetto è che in quella stanza sia tornato qualcuno.

Qualcuno che può avere ‘aggiustato’ la stanza dell’hotel. Secondo la ricostruzione fatta dai consulenti della famiglia Pantani, è vero che per terra c’era ogni sorta di oggetti, ma non sono rotti, come se qualcuno li avesse appoggiati. Come il forno a micronde che bloccavta la porta d’ingresso, su cui il portiere che ha trovato il cadavere ha dovuto fare forza per entrare. Altro particolare che, dicono, gli investigatori non avrebbero approfondito, sarebbe il lavandino che il titolare dell’hotel sostiene di avere visto divelto (e l’ha confermato anche qualche giorno fa agli inquirenti), mentre, secondo loro nel filmato che riprende la scena del crimine, il sanitario sarebbe invece al suo posto. Altra circostanza su cui punta la nuova perizia è il sangue. Per il professor Avato ci sono tracce che il corpo di Pantani è stato ‘movimentato’, e questo sarebbe avvenuto in un lasso di tempo tra le 15 e le 18. Lo stesso sangue, precisa, non era nè troppo liquido, nè totalmente coagulato. Una circostanza che darebbe adito a parecchi dubbi. Infine, puntano il dito sul fax che il professor Fortuni avrebbe mandato agli inquirenti subito dopo avere effettuato l’autopsia e che stabilisce la morte intorno alle 17. Ipotesi corretta giorni dopo nella relazione definitiva, in cui l’anticipa alle 12,30 circa.  IL DOTTOR Greco invece avrebbe confermato quello che disse dieci anni fa, descrivendo le condizioni dell’amico-paziente. Il medico ha ripetuto come il campione assumesse ormai quantitativi esorbitanti di cocaina e della sua straordinaria resistenza alla droga: in caso contrario sarebbe morto molto prima. Il dottor Greco ha specificato inoltre di come Pantani la assumesse in molti modi, fino a mangiarla.