PAOLO MORELLI
Cronaca

Morto per infarto, polemica sui soccorsi: "La risposta dell’Ausl non chiarisce"

Il legale della moglie della vittima contesta la ricostruzione e i tempi dell’intervento forniti dall’azienda sanitaria

Un sanitario del 118 al lavoro su un’ambulanza (foto di repertorio)

Un sanitario del 118 al lavoro su un’ambulanza (foto di repertorio)

"Si resta veramente sconcertati a leggere la risposta dell’Ausl. Aggiunge dolore a dolore." – Inizia così la replica dell’avvocato Stefano Spinelli, che rappresenta la moglie dell’uomo morto a Gatteo il 14 aprile scorso per infarto cardiaco mentre l’ambulanza del ‘118’ non riuscita a trovare l’abitazione in cui si trovava. Infatti il dottor Maurizio Menarini, direttore Uoc Centtrale Operativa 118 ed Emergenza territoriale Romagna, nella lettera che abbiamo pubblicato domenica scorsa 29 giugno, ha sostenuto che la moglie aveva fornito alla centrale operativa un indirizzo sbagliato.

La moglie - precisa l’avvcato Spinelli - ha ripetutamente e chiaramente detto per telefono l’esatto indirizzo dell’abitazione, e certo non aveva alcun motivo per dare “indirizzi non corrispondenti all’abitazione” come dice l’Ausl. In ogni caso basterà ascoltare tutte le registrazioni delle diverse telefonate (che si chiede vengano messe a disposizione e di cui si chiederà esibizione). I minuti trascorsi dall’arrivo dell’ambulanza del ‘118’ non possono essere quelli indicati dall’Ausl, visto che dopo 22 minuti la moglie era ancora al telefono con l’operatore, come risulta inequivocabilmente dai tabulati telefonici: già solo questo fatto dà l’idea dell’infondatezza della risposta dell’Ausl.

Peraltro dallo stesso referto del medico - rileva l’avvocato Spinelli – si desume l’ora dell’intervento (e la stessa Ausl cade in confusione quando poi afferma che l’intervento sarebbe giunto “30 minuti prima della constatazione del decesso”: sarebbero comunque 32 e non 22 i minuti di attesa. Prosegue il legale: "Non si può poi affermare, come fa l’Ausl, che l’uomo non si sarebbe salvato: dall’esame della vicenda emerge invece che i lunghi tempi di attesa abbiano purtroppo inciso nella determinazione dell’evento. Si sperava in un riscontro della vicenda da parte dell’Ausl mediante un serio riesame dell’intervento in modo da evitare in futuro altre vicende simili. A tal fine già in data 13 maggio 2025 si era inviata una previa segnalazione all’Ausl chiedendo chiarimenti. Rimasta senza alcuna risposta. Ora arriva questo laconico comunicato che non solo non compie alcuna approfondita analisi dei fatti, ma si trincera dietro una presa di posizione di facciata senza alcun fondamento".

Questa grave vicenda si tinge di toni più cupi dopo la lettera del dottor Maurizio Menarini dell’Ausl che scarica la responsabilità del ritardato arrivo dell’ambulanza sulla moglie che aveva chiamato il pronto intervento. In realtà ci sono diverse incongruenze: il certificato rilasciato dal medico del ‘118’ intervenuto sul posto riporta come orario di intervento (non di constatazione del decesso, come sostiene l’Aus) le 11.30.

Ma quel che duole maggiormente è la mancanza di sensibilità dell’Ausl: il Centro per i Diritti del Malato Natale Bolognesi di Savignano aveva inviato una segnalazione all’Ausl il 13 maggio senza ottenere alcuna risposta. E’ stato necessario che la vicenda finisse sul Carlino dopo un mese e mezzo per fare in modo che qualcuno se ne occupasse.

Paolo Morelli