Museo dell’ecologia, 860 studenti in visita

Bilancio dell’attività da aprile a giugno. Confermata a tutto il 2023 la gestione dell’associazione Orango

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C’è il dente di Mammut, ci sono le rane che saltellano nello stagno creato a due passi da piazza del Popolo e, spostandosi da una sala all’altra, ci si può immergere nella ricostruzione degli ambienti del nostro territorio, dal mare alla montagna, tra lupi, creature marine e rapaci. Il tutto seguendo un unico, evidente, filo conduttore, legato a un messaggio impossibile da ignorare e trasmesso anche attraverso monitor interattivi touch screen collocati in ogni spazio: l’ambiente che ci circonda deve essere rispettato, per prevenire catastrofiche conseguenze. E’ questo il biglietto da visita del Museo dell’Ecologia di Cesena, che nei suggestivi locali di piazza Zangheri, con accesso alla Loggetta Veneziana, al torrione del Nuti e impareggiabili scorci sulla fontana Masini, unisce storia e natura attraverso un percorso museale sui generi, la cui gestione è stata confermata, fino alla fine del 2023, all’associazione Orango che si è insediata a fine 2018. Nelle 15 ore settimanali di apertura continueranno dunque a essere proposte attività di approfondimento scientifico in stretta sinergia con il mondo scolastico cittadino e con l’Università.

Da aprile a giugno sono stati oltre 860 gli studenti ad aver varcato la soglia del polo scientifico, dal 2012 anche sede del Centro di Educazione alla Sostenibilità. Partecipando a seminari e laboratori gli studenti – anche grazie alle lezioni di Roberto Fabbri – i visitatori si imbattono nella raccolta delle principali specie di fauna provenienti in gran parte dalla Valle del Savio e oggi esposta al primo piano del museo. Gli animali infatti si possono ammirare all’interno di diorami che ricostruiscono scene di vita naturale e accompagnano il visitatore in un suggestivo viaggio lungo il principale fiume che attraversa il nostro territorio. L’associazione Orango, rappresentata dal presidente Lorenzo Rossi e dal divulgatore scientifico Andrea Boscherini, in questi mesi sta lavorando all’allestimento del terzo piano della torre del Nuti, interamente dedicato ai rapaci e che fa da contraltare a un altro luogo inedito, dedicato al mare e alle sue creature.

Luca Ravaglia