"Natura, arte e cultura: la calamita delle colline"

Roberta Moretti (Apt Servizi) sui punti di forza dell’entroterra. "Ai visitatori piacciono non solo il verde, ma anche eremi, siti storici e l’atmosfera accogliente"

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Trekking, escursioni, uscite in bici, degustazioni, tour in barca, concerti in luoghi insoliti e molto altro. La Romagna, si sa, è un territorio che va gustato in modalità ‘slow’, lentamente. Lo hanno capito i turisti che, soprattutto dopo la pandemia, affluiscono numerosi - dall’Italia e dall’estero - per scoprire le nostre colline; lo hanno capito gli operatori che, sempre più spesso, confezionano pacchetti in grado di dischiudere i tanti segreti dell’entroterra.

A confermarlo è Roberta Moretti (nella foto), coordinatrice dei progetti dedicati all’Appennino e, in generale, all’entroterra, nell’ambito di Apt Servizi, l’ufficio di promozione turistica della regione e profonda conoscitrice delle attrattive del territorio collinare.

Roberta Moretti, stando ai dati dell’Ufficio statistico regionale, nei primi sette mesi del 2022 le località collinari romagnole hanno guadagnato, complessivamente, il 9,2% di presenze in più rispetto all’era pre-Covid. A cosa è dovuto tanto successo?

"Alla capacità di intercettare un trend che andava affermandosi già in occasione della riapertura dopo il primo lockdown: la ‘fuga dalla città’, ovvero il desiderio di trascorrere una vacanza all’aria aperta e vivere esperienze più sostenibili, con minor impatto ambientale. Per rispondere alle nuove esigenze abbiamo ripensato l’intero settore, puntando su iniziative mirate e potenziando i servizi".

A quali iniziative si riferisce, in particolare?

"In primis, alla ‘Giornata verde dell’Emilia-Romagna’, interamente dedicata alle attività da svolgere nella natura. Per celebrare la ricorrenza avevamo scelto, inizialmente, il 2 giugno: tuttavia, visto il notevole riscontro, l’abbiamo poi estesa a tutti i giorni dell’anno".

Ogni giorno può essere una ‘giornata verde’ se…?

"Se possiede questi cinque ingredienti: emozioni da assaporare lentamente, contatto con la natura, riscoperta delle tradizioni del luogo visitato, sapori genuini e, naturalmente, salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente".

Perché il turismo sostenibile, su cui ora si punta sempre di più nella promozione dei nostri territori, può rivelarsi un ulteriore volano per le nostre colline?

"Perché è un turismo attento al territorio: al momento della scelta di una vacanza, si presta più attenzione al rispetto delle comunità locali e si opta per esperienze autentiche, non solo a contatto con la natura, ma immersi nella cultura e nel patrimonio del luogo. Ecco perché questi turisti, che pure hanno un’ampia capacità di spesa, preferiscono visitare, ad esempio, le nostre foreste casentinesi, anziché le ben più note foreste vetuste canadesi".

Che cosa intende dire con questa affermazione?

"Alludo al fatto che nelle Foreste casentinesi non c’è, semplicemente, il verde ma si accompagna a tutta una serie di prerogative che costituiscono una fonte notevole di richiamo: oltre a camminare tra boschi e ruscelli, si va alla scoperta di siti storici, come piccole chiese, ruderi di antichi borghi, mulini in pietra. E inoltre in questi luoghi idilliaci si respira l’atmosfera mistica di luoghi come gli eremi di Camaldoli e La Verna, che nei secoli hanno accolto personaggi come Dante e San Francesco e che costuiscono una meta di straordinaria suggestione per una ampia fetta di turisti. Vacanza non è infatti solo ‘stare all’aria aperta’, ma anche rinfrancare lo spirito per potersi rigenerare integralmente".

Maddalena Defranchis