Cesena, l'ombra della 'Ndrangheta in centro storico

Per la Dda e la Procura di Catanzaro dietro alla Farmaeko Srl, presente anche in via Roverella, c’era la sanguinaria famiglia dei Grande Aracri

Il punto vendita Farmaeko in via Roverella

Il punto vendita Farmaeko in via Roverella

Cesena, 20 novembre 2020 - L’insegna è ancora lì, anche se le serrande sono abbassate da un po’ di tempo. Colore verde e un richiamo rassicurante all’ecologia e al benessere. Metafora perfetta – se il processo confermerà le accuse – di quanto sia subdola la ’Ndrangheta: in Calabria spara, intimorisce e uccide, in Emilia Romagna – lo diceva da tempo lo studioso di mafia Enzo Ciconte, e lo hanno confermato pagine e pagine dell’inchiesta Aemilia – si veste da imprenditore, con lo sguardo buono di chi ha una visione, titoli di studio e lungimiranza da sbandierare.

Secondo la Dda della Calabria e il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, dietro alla nascita di Farmaeko, catena di farmacie e parafarmacie nata in Calabria nel 2016 e sbarcata subito anche Cesena, in via Roverella, c’erano i soldi della famiglia Grande Aracri di Cutro, il cui mammasantissima, Nicolino, è da tempo al centro della gran parte delle vicende di ’Ndrangheta venute a galla in Emilia-Romagna.

La società, dopo alterne vicende e qualche attenzione mediatica soprattutto in Calabria per l’uso smodato di stagisti, è poi fallita nel 2018. Secondo l’inchiesta denominata ’Farmabusiness’, che ha portato anche all’arresto illustre del presidente del consiglio della Regione Calabria, il forzista Domenico Tallini, due aziende, il Consorzio Farma Italia e la società Farmaeko srl, con sede in Calabria, attive nella distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, 2 in Puglia e 1 a Cesena) erano controllate di fatto dalla famiglia Grande Aracri. Aziende che Tallini avrebbe aiutato a costituire pur sapendo su che base e su quali soldi poggiassero. Un legame che poi cresce e si rafforza a tal punto, spiegano Gratteri e il suo procuratore vicario Vincenzo Capomolla, da far sì che Tallini – oggi agli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa e scambio di voti – pretendesse in cambio del suo aiuto, oltre che un pacchetto di preferenze, anche l’assunzione di suo figlio Giuseppe nel consorzio Farma Italia.

Il punto vendita della Farmaeko, catena di franchising, aveva aperto a Cesena a ridosso di Natale il 19 dicembre 2016 in via Roverella, nel cuore del centro storico. Proponeva benessere, prodotti naturali, cura della persona. Alle spalle di quel marchio l’ombra dei Grande Aracri, "famiglia di ’Ndrangheta di Serie A", ha ironizzato amaro Gratteri, e dal "carattere tentacolare – ha aggiunto Capomolla –, con la capacità pervasiva di condizionare grandi settori dell’imprenditoria, delle professioni e anche del mondo istituzionale e politico". Impietosa e veritiera descrizione di una mafia che ha da tempo buttato via la coppola. Quella è buona per i film. Nella vita vera, e soprattutto al Nord, molto meglio la giacca e la cravatta.