Neonata operata al Maggiore di Bologna. La vista è salva

Bimba nata al Bufalini operata di glaucoma congenito a tre mesi a Bologna con una tecnica innovativa. La mamma: "Tanta paura"

Tommaso Roda con Anastasia Stella in braccio, accanto mamma Sara Monti

Tommaso Roda con Anastasia Stella in braccio, accanto mamma Sara Monti

Cesena, 26 settembre 2020 - «Ad Anastasia Stella è stata salvata la vista e nella nostra famiglia dopo tanta paura è finalmente tornata la serenità". Sara Monti, 30 anni, è la mamma della bimba nata lo scorso 11 aprile a Cesena, in piena pandemia, e operata a soli tre mesi all’Oculistica dell’ospedale Maggiore di Bologna per un glaucoma congentito, con una metodica innovativa per i neonati. «Il parto è andato bene e quando sono tornata a casa, all’inizio non mi sembrava che ci fossero problemi. Ma dopo un po’ di giorni mi sono accorta che un occhio della bimba appariva velato. Mio marito porta gli occhiali fin da ragazzino e allora – spiega Sara – ho pensato che era meglio andare da un oculista. Al termine della visita ci ha indirizzato subito al Maggiore, perché noi trascorriamo alcuni giorni della settimana a Bologna, dal momento che mio marito lavora in un ristorante del centro, e ne abbiamo uno nostro a Meldola". La famiglia gestisce infatti il ristorante ‘La Nuova Brocca’ nel centro bidentino dove risiede. La mamma ripercorre tutta la storia: "Appena siamo arrivati, Anastasia è stata sottoposta a un’ecografia oculare. Lo scopo dei medici era controllare lo stato del nervo ottico. Si trattava di una corsa contro il tempo, perché intanto la pupilla si era dilatata ed era più grande rispetto all’altra e noi eravamo molto spaventati. Ma poi, quando il dottor Manlio Nicoletti ci ha detto che c’erano le condizioni per l’intervento, da una parte ci siamo sentiti sollevati perché avevamo la speranza che la bambina non perdesse la vista, dall’altra eravamo preoccupati per i rischi di un’operazione così delicata. Alla fine è andato tutto bene, noi siamo felicissimi, e adesso ogni 15 giorni torniamo in ospedale per i controlli". Il dottor Manlio Nicoletti, direttore dell’Oculistica del Maggiore, precisa che "l’intervento, per il quale si è resa necessaria l’assistenza anestesiologica dei nostri professionisti, altamente specializzati, e di infermieri appositamente formati, viene eseguito con un dispositivo finora utilizzato in Europa sugli adulti, ma ancora ai primi casi sui neonati". Poi prosegue: "Noi, lo scorso anno, siamo stati gli apripista, dando il via a una tecnica pionieristica, minimamente invasiva, rapida ed efficace, che permette di creare, nella struttura dell’occhio malformato, un’apertura per favorire l’uscita del liquido che circola all’interno e fa aumentare la pressione oculare, determinando l’ingrandimento del bulbo. Il glaucoma congenito malformativo è una patologia rara che crea un deterioramento progressivo della vista. Per noi questa è una sfida vinta anche contro le difficoltà create dal Covid".