Nuovi casi raddoppiati in quattro settimane

Il bollettino dell’Ausl Romagna conferma l’impennata dell’epidemia, in concomitanza con le sindromi influenzali di stagione

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di Elide Giordani

Raddoppiati in quattro settimane. Dal dato più basso registrato tra il 28 febbraio e il 6 marzo (4.027 nuovi casi in una settimana) siamo arrivati i 7.134 della settimana appena conclusa, ossia a quella tra il 21 e il 27 marzo. Il Covid-19, anche in Romagna, sembra volersi fare beffe delle nuove disposizioni che da domani allargano le maglie degli obblighi e dei controlli. La variante Delta continua a colpire su larghissima scala ma la pandemia cambia pelle e, a parte i casi di persone fragili, non vaccinate o anziane (che continuano a rischiare…), si confonde con una più addomesticabile influenza. Una condizione che rende giustificabile il passaggio dal rigido controllo pubblico alla responsabilità personale, o, come sintetizza l’assessore regionale alla Sanità Donini, dall’emergenza alla convivenza. Continua ad arrivare puntuale il bollettino elaborato dall’Asl che evidenzia come il raddoppio riguardi tutti i principali distretti romagnoli. A Cesena e comprensorio i nuovi contagi certificati sono stati 1.605, a Forlì 1.164, a Ravenna 2.492, a Rimini 1973. Tornano a svettare anche i nuovi casi ogni 1000 mila abitanti la settimana: Cesena-Valle Savio 829, Rubicone 576, Forlì 603. E crescono di pari passo anche i ricoveri, dai 161 di lunedì 21 marzo ai 188 i lunedì 28 marzo, il 15,8 per cento in più. Diminuiscono però quelli in terapia intensiva da 6 a 4. Ma ci sono stati ancora 16 decessi di cui 3 a Cesena. L’innalzamento dei casi colpisce anche il personale sanitario, in tutta la Romagna sono stati 194 i nuovi casi positivi fra tutti i lavoratori, dipendenti e convenzionati, nella settimana precedente erano stati 148. E continua anche l’applicazione delle sospensioni per gli operatori che rifiutano il vaccino: 134 in tutta la Romagna, 24 a Cesena. Fortunatamente la copertura vaccinale totale, al 28 marzo, era pari all’84 per cento della popolazione. E la campagna di immunizzazione non si ferma neppure da domani, giorno in cui si metterà la parola fine a molte delle misure di prevenzione di questi mesi. Anche in questo rush finale occorre destreggiarsi nel risiko delle date e delle misure. Scompare innanzitutto il sistema delle zone colorate assegnate alle Regioni a seconda dell’andamento dei contagi e dell’occupazione dei posti letto negli ospedali. Resterà invece per tutto aprile l’obbligo di indossare le mascherine al chiuso, di tipo Ffp2 nel caso di mezzi pubblici di trasporto, per spettacoli ed eventi sportivi al chiuso: l’addio alle mascherine di qualsiasi tipo avverrà dal 1° maggio, quando si potrà entrare liberamente ovunque. Il green pass rafforzato rimarrà - per tutto il mese di aprile - - per palestre e piscine, centri benessere, convegni e congressi, centri ricreativi, feste al chiuso, sale gioco, discoteche, cinema, teatri, sale da concerti e strutture sportive al chiuso. Nessuna certificazione per il trasporto locale (autobus o treni regionali, metropolitana). Resterà l’isolamento di 7 giorni per i positivi se vaccinati (che salgono a 10 giorni per i non vaccinati), al termine del quale servirà un tampone rapido o molecolare negativo. Chi ha avuto un contatto con un positivo rimarrà in regime di autosorveglianza con mascherina Ffp2 per 10 giorni e test solo se sintomatico. La certificazione verde resterà obbligatoria fino al 31 dicembre per le visite nelle strutture protette e per gli anziani.