"Nutrire il mondo rispettando l’ambiente"

Il ministro Patuanelli ha inaugurato Macfrut lanciando la sfida cruciale per l’agricoltura. Le risposte in oltre 800 stand della fiera

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di Maddalena De Franchis

"Come possiamo produrre cibo per 10 miliardi di persone senza impattare sull’ambiente e garantire a tutte le popolazioni del mondo un accesso sicuro all’alimentazione?". È più che mai attuale l’interrogativo posto dal ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, intervenuto ieri all’inaugurazione della 39esima edizione di Macfrut, fiera internazionale dell’ortofrutta. La kermesse, organizzata da Cesena Fiere, si svolge all’Expo center di Rimini e si concluderà domani. Al taglio del nastro erano presenti, tra gli altri, il presidente di Macfrut Renzo Piraccini, il vicedirettore della Fao Maurizio Martina e l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi.

Per trovare risposta alla domanda del ministro Patuanelli è sufficiente fare un giro tra gli stand allestiti dagli 830 espositori presenti, di cui il 28% stranieri: il settore ortofrutticolo, piegato negli ultimi anni da avversità atmosferiche e fitosanitarie, crisi generalizzata delle materie prime e rincari dei carburanti, sta dando prova di grande resistenza e intraprendendo percorsi fortemente innovativi. Basti pensare alle novità nell’ambito della cosiddetta ‘smart agriculture’, l’agricoltura 4.0, che al Macfrut vengono presentate in un vero e proprio ‘campo-prova’ (frutto del sodalizio tra Cesena Fiera e Ri.Nova, neonato centro di ricerca cesenate che si propone come perno per la diffusione di nuove tecnologie per l’agricoltura in Emilia-Romagna). Sempre a proposito di innovazione, la prima giornata della manifestazione ha visto anche la consegna dei premi alle aziende ‘biosolution’, capaci, cioè, di mettere a punto soluzioni nel segno dell’ecosostenibilità e dell’efficienza. Un esempio? Una gamma di fertilizzanti ricavata dagli scarti della trasformazione della barbabietola da zucchero.

Dopo due anni di stop causato dalla pandemia, Macfrut riprende in mano anche il tradizionale ruolo di vetrina per le curiosità e i prodotti ortofrutticoli di ricerca: si va dal ‘fioretto’, un cavolfiore che non emana odori alla cottura (lanciato da Valfrutta), a ‘Dolce passione’, un’anguria a buccia nera sviluppata da Lamboseeds, fino alla già nota Elodì, la fragola dal profumo intenso e ricca di vitamina C, frutto di una partnership tra il Crea (centro di ricerche in agricoltura) di Forlì e il consorzio emiliano-romagnolo New plant.

Grande spazio anche al continente africano, presente a Macfrut con almeno 200 espositori: "nel 2030 il valore del settore agricolo africano potrebbe arrivare a un trilione di dollari", ha dichiarato Antonio Montanari, vicepresidente Confindustria Assafrica & Mediterraneo e ospite all’open day ‘Fare agribusiness in Africa in modo consapevole’, tenutosi nella prima giornata della kermesse. L’agribusiness in Africa ha registrato infatti, dal 2015 al 2019, un balzo vertiginoso: "il 65% delle terre arabili non è ancora coltivato e le innovazioni digitali stanno guidando lo sviluppo", ha concluso Montanari. "Per questo vogliamo supportare le imprese italiane in un processo di internazionalizzazione ricco di opportunità".