Olidata salva dal fallimento Il tribunale ammette il concordato

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Ancora al centro di una controversia giudiziale il marchio storico italiano Olidata, l’azienda informatica che sorse a Cesena nel 1982. Il Tribunale di Forlì ha respinto il ricorso contro l’omologa dell’Agenzia delle Entrate, salvando così il marchio Olidata dal fallimento. E’ stato accolto il ricorso per la domanda di concordato presentata dagli avvocati Valerio Di Gravio e Filippo De Luca di Roma e dall’avvocato Paolo Anconelli di Forlì.

L’omologa del concordato di Olidata, secondo i difensori, rappresenta la positiva conclusione di un iter complesso durato circa due anni. Olidata, che opera nel settore dell’ICT, è stata fondata nel 1982 a Cesena. Era stata protagonista negli anni Ottanta della prima ondata informatica, salvo poi perdere progressivamente importanza.

L’esecuzione del piano concordatario è affidata alla società, sotto la vigilanza del commissario giudiziale Paolo Bastia.

"Il piano industriale redatto da Riccardo Tassi, Maurizio Dorigo, e da Alessandro Arrighi, dottore commercialista di Como ed esperto in procedure fallimentari, che ha attestato il piano di risanamento di Olidata spa, ha consentito - spiega proprio Arrighi - di superare le iniziali perplessità della procura della Repubblica e convincere prima il commissario giudiziale e il giudice della possibilità di soddisfare maggiormente i creditori attraverso la procedura concordataria che consentiva il ritorno alla quotazione alla Borsa valori, rispetto a quanto sarebbe accaduto nell’ipotesi di fallimento". "E’ stata data la possibilità - sottolinea Arrighi - di salvare un pezzo della storia industriale italiana e tutelare, per quanto possibile, i creditori, che in pochi mesi, vedranno la loro, sia pure parziale, soddisfazione”.Borsa Italiana ha sospeso a tempo indeterminato le negoziazioni del titolo nel 2016 dopo la messa in liquidazione della società.