Omaggio a Bruchin il grande poeta della povera gente

Stasera nel chiostro di San Francesco. Sergio Lucchi leggerà alcune poesie dell’autore.

Omaggio a Bruchin  il grande poeta  della povera gente

Omaggio a Bruchin il grande poeta della povera gente

di Raffaella Candoli

L’associazione culturale Poesis Aps promuove stasera alle 21.15, nel chiostro di San Francesco (a ingresso libero), un incontro dedicato a "Bruchìn il poeta ambulante". Introduce Gianfranco Lauretano, Sergio Lucchi "Sergin" leggerà alcune poesie di Bruchìn, soprannome di Giovanni Montalti e la musica d’intermezzo sarà eseguita da allievi del Conservatorio Maderna. "Bruchin – anticipa la presidente di Poesis Nicoletta Dall’Ara -, è stato un personaggio singolare. Povero e di poca istruzione scolastica, era però molto attento e informato sulla storia e la cronaca. E, dotato di quello spirito arguto, talvolta critico, soprattutto riguardo i temi sociali, che sapeva tradurre in poesia e zirudele. Buona parte delle sue poesie sono in dialetto. Una scultura realizzata nel 2001 da Giovanni Amoroso, collocata lungo le mura del primo tratto della Barriera lo ritrae in piedi su una sedia, così come era solito fare per farsi notare e declamare i suoi versi". Lo scrittore Franco Spazzoli ha chiesto al Comune di spostare quella statua e collocarla "di diritto", nel quarto lato della piazza prima che vi venisse posizionato "Il grande centauro".

Magro, il volto scavato, di bassa statura, simpatico e accattivante, quando Bruchìn arrivava in piazza del Popolo a cavallo della bicicletta, si metteva spalle alla fontana e, dal suo pulpito che era una sedia impagliata, suonava una trombetta per richiamare gente all’ascolto e poi gridava la sua classica introduzione: "Us’ presenta a qua Bruchìn!". Giovanni Montalti nacque a San Vittore il 3 luglio del 1879, da una umile famiglia contadina. Lasciò la scuola in quarta elementare conseguendo poi la licenza nel 1953. Si guadagnò il pane per mantenere la moglie Maria e i cinque figli, facendo vari lavori, ma nella sua indole c’era la recitazione, dalle commedie dialettali alle proprie composizioni che scriveva a mano su fogli volanti che la centounenne figlia Enrichetta detta Iole, e il fratello Sergio (morto nel 2017, tra i fondatori dell’Anfafas), hanno conservato e consegnato a Maria Assunta Biondi, appassionata ricercatrice e studiosa di Bruchìn, che col marito Dino Pieri, curò la pubblicazione di "Tutte le Poesie di Bruchin" per le Edizioni Stilgraf con disegni di Alberto Sughi e Ilario Fioravanti. Un volume di raccolta delle poesie dialettali è stato curato invece da Umberto Foschi e contiene schizzi realizzati da Alberto Sughi. Con la sua scomparsa avvenuta il 10 agosto del 1953, si è spento l’ultimo "poeta di piazza della Romagna", "’e poeta di purett". Era solito infatti dire che non gli importava di essere ricco: "oz a faz e sgnor con un sunet"; oggi faccio il signore con un sonetto; "sopra una sedia anch’io divento grande".